Potrebbe esserci la Cina dietro a quel che viene considerato l’attacco informatico più grande della storia, cioè la violazione e l’introduzione non autorizzata nei database di 72 soggetti di grossa rilevanza scoperte da McAfee lo scorso marzo, quando i suoi ricercatori hanno rintracciato alcune intrusioni su un server di comando e controllo, legato a una precedente violazione dei dati di alcune aziende attive nel settore della Difesa.
La scoperta ha dato il via all’operazione Shady RAT (“Remote access tool”) che ha consentito di seguire le tracce degli attacchi portati verso enti come l’ONU, il CIO (Comitato Olimpico Internazionale), l’Agenzia mondiale antidoping e l’ASEAN (l’associazione dei paesi del Sud-est asiatico), nonché verso i sistemi informatici riconducibili ad alcuni paesi come gli USA, il Canada, Taiwan, il Vietnam e la Corea del Sud, per non parlare delle tante aziende del settore Hi-Tech prese di mira nei mesi scorsi.
A quanto sembra, il lavoro degli inquirenti ha portato a poter collegare queste azioni con la Cina. Resta da capire se il paese asiatico sia direttamente coinvolto o se il legame con questi criminali sia solamente dovuto alla provenienza degli attacchi. Sul dare credito alla prima possibilità si è schierato uno dei ricercatori chiamati da McAfee, cioè Jim Lewis del Centro per gli studi strategici e internazionali.
Per Lewis la Cina è la mandante di questi atti e a suo parere verrebbero a cadere le altre ipotesi secondo cui dietro le vicende di questi anni potrebbero nascondersi la Russia o la Gran Bretagna, come qualcuno aveva ipotizzato in un primo momento.