Proprio ieri aveva fatto il giro del Web la notizia dello scioglimento di LulzSec, il gruppo di hacker che in 50 giorni ha messo fuori gioco i servizi online di grosse aziende, arrivando perfino ad attaccare delle grosse agenzie governative americane, una notizia importante che aveva però lasciato in sospeso un aspetto, quello legato a chi eventualmente avrebbe potuto raccoglierne in un certo senso l’eredità. E oggi, quel qualcuno ha un nome noto: Anonymous.
Il gruppo degli Anonymous, salito alla ribalta nelle scorse settimane anche per l’attacco verso alcuni siti collegati a Silvio Berlusconi, ha infatti raccolto il testimone simbolico lasciato da LulzSec, arrivando alla proposta di accogliere tra le proprie fila alcuni dei componenti del gruppo appena sciolto e confermando così l’intenzione di proseguirne l’attività.
Così, il primo sito ad essere preso di mira è stato quello dell’FBI, con un tentativo di accesso non autorizzato al database contenenti milioni di informazioni tra cui parecchie a carattere riservatissimo. Anonymous ha precisato che l’attacco è stato portato con l’aiuto di alcuni ex-LulzSec, lasciando la porta aperta ad un’eventuale collaborazione in pianta stabile di questi ultimi con il resto degli hacker che compongono il team.
Sembra quasi di assistere a una sorta di “calciomercato degli hacker“, con singoli individui pronti a cambiare squadra e continuare così la propria attività online, anche se in questo caso non ci sono grossi incentivi economici o chissà quale gloria personale, ma resta il comune sentimento che spinge esperti informatici a imbarcarsi nella realizzazione di atti di forza più o meno condivisibili ma sempre e comunque al di fuori della legge.