Android è più vulnerabile di iPhone

di Giuseppe Cutrone

Pubblicato 12 Gennaio 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:47

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Dalle parti di Google non saranno certo gradite le conclusioni a cui sono giunti dalle parti di Trend Micro, che hanno definito Android più esposto ad attacchi e a infezioni rispetto, ad esempio, al rivale iPhone di Apple.

Secondo quanto spiegato da Steve Chang, il presidente di Trend Micro, la natura open source di Android comporterebbe il fatto che i cracker siano in grado di comprendere a fondo il funzionamento e la struttura del sistema operativo, con la conseguenza di arrivare a scrivere con più facilità del codice dannoso in grado di centrare meglio l’obiettivo.

Un pericolo che, al contrario, non riguarderebbe gli utenti iPhone, la cui natura proprietaria del sistema operativo, unita alla politica molto più selettiva riguardo lo sviluppo e l’approvazione delle applicazioni perseguite da Apple, sarebbe quindi una garanzia sulla sicurezza generale del sistema.

Per Chang, diversi virus in grado di creare problemi sui dispositivi Android, non avrebbero alcun modo di far danni su iPhone, spezzando così una lancia in favore del sistema operativo iOS e della politica di Apple.

Le parole di Chang solleveranno probabilmente qualche discussione, anche perché la stessa Google ha più volte sottolineato che, nel momento in cui si installa un’applicazione, si instaura una specie di rapporto di fiducaa tra utente e sviluppatore, intendendo quindi che non tutto può essere filtrato e che è cura dell’utente scegliere con attenzione cosa si va ad installare.

Il presidente di Trend Micro ha comunque proseguito il discorso ricordando come la sua azienda offra una soluzione per la sicurezza pagamento su Android, aspetto, questo, che in molti hanno subito collegato alle critiche sulla sicurezza del sistema operativo di Google.

Che Chang tenti di fare gli interessi del suo gruppo sottolineando oltremodo le mancanze di Android per indurre gli utenti ad acquistare il proprio antivirus? Effettivamente a qualcuno l’idea è passata per la mente.