Solo pochi giorni fa, alla fine di settembre erano stati i siti di RIAA, MPAA e BPI a finire sotto l’attacco DDoS di alcuni membri di 4chan, una tra le più grandi “image board” in Rete.
Nelle ultime ore a finire sotto attacco sono stati invece i siti di FIMI
(Federazione Industria Musicale Italiana) e di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry).
Con un attacco DDoS, il gruppo di utenti 4chan definiti “Anonimous” ha letteralmente bombardato con decine di migliaia di accessi contemporanei i siti di FIMI e IFPI, per mandare i server down, cosa che non è però avvenuta, nonostante l’offensiva non sembri essere ancora terminata.
L’attacco rientra nell’ambito dell’Operation Payback, stavolta orientata a denunciare quelle che gli ideatori dell’offensiva hanno definito come “azioni di censura” da parte di FIMI e IFPI, verso The Pirate Bay:
FIMI è responsabile per aver bloccato The Pirate Bay in Italia. La censura è un metodo applicato da fascisti e da dittatori. La censura è l’opposto della democrazia. Con questa azione, FIMI è diventata una minaccia alla libertà. Tutti devono capire che la gente combatterà quando viene oppressa, farà qualsiasi cosa per riguadagnare la libertà
A giudicare dai dati diffusi dalla stessa FIMI, il noto tracker per file torrent sembra esser stato “decapitato” almeno in Italia, dove si è passati dagli oltre ottocentomila ai soli duecentomila utenti negli ultimi cinque mesi, senza che ci siano stati passaggi ad alternative degni di nota.