Trojan Zeus: iniziano gli arresti, ma siamo solo all’inizio

di Paolo Leonardi

Pubblicato 7 Ottobre 2010
Aggiornato 8 Febbraio 2023 16:22

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Negli ultimi giorni un’operazione congiunta delle autorità di polizia inglesi e statunitensi, ha portato ad incriminare novantadue persone per truffe online ai danni degli utenti di banche, che avrebbero fruttato oltre due milioni di dollari al mese, per un totale di oltre duecento milioni di dollari rubati dai conti bancari di piccoli risparmiatori, imprese e altre organizzazioni, nel corso degli ultimi quattro anni.

Gli arresti sono legati alle operazioni per estirpare il trojan Zeus
che da quattro anni oramai imperversa infettando milioni di PC e che recentemente si sta diffondendo anche nella sua variante per cellulari SymbOS/Zitmo, grazie al quale sono stati svuotati i conti bancari di decine di migliaia di utenti nel mondo.

L’FBI, con il suo portavoce Paul Bresson, ha dichiarato che nonostante gli arresti, gli ideatori del trojan Zeus sono ancora a piede libero, per ciò il problema è tutt’altro che risolto, così come sottolineato anche da Don Jackson, ricercatore presso SecureWorks, che aggiunge che sarebbero più di dieci le bande di cybercriminali in grado di sfruttare a loro vantaggio il Zeus.

Secondo Gary Warner, esperto di Zeus e direttore di un’apposita ricerca condotta a
Birmingham dall’università dell’Alabama:

È possibile che dopo questi arresti il worm Zeus fermi la sua diffusione, ma se così sarà non passerà molto tempo prima che nuovi cracker lo sfruttino per sviluppare nuovi tipi di malware.

Staremo a vedere.