Cyber Security Challenge UK, quando gli hacker li paga lo stato

di Matteo Ratini

Pubblicato 5 Maggio 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:47

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Avviato negli UK il Cyber Security Challenge 2010, concorso indirizzato ai talenti in sicurezza informatica che vogliono fare carriera come hacker pagati dallo stato

Da qualche giorno chi abita negli UK ed è esperto in sicurezza informatica può tentare una carriera statale come hacker legalizzato: questo è quanto promette il Cyber Security Challenge UK, concorso indirizzato a 255 persone sopra i sedici anni che abbiano la passione per la cyber security.

Secondo un sondaggio pubblicato durante l’Infosecurity Europe 2010 appare evidente che negli UK, trovare esperti di sicurezza informatica è sempre più difficile, e probabilmente se non si prendono provvedimenti adeguati la situazione sarà sempre peggiore:

La Gran Bretagna ha un problema. Stiamo già avendo difficoltà nel trovare personale per lavori inerenti la cyber security, i professionisti ritengono che il numero di lavori aumenterà e che il numero di persone che si proporranno per il settore IT diminuirà.

I test veri e propri cominceranno non prima della fine del 2010, e verteranno su difesa delle reti, forensics e individuazione delle debolezze di siti Web: solo nel 2011 saranno effettuate gare in tempo reale faccia a faccia, così da verificare le capacità interpersonali dei candidati.

L’evento riprende l’US Cyber Challenge lanciato nel 2009 negli USA, e dedicato al reclutamento di 10.000 persone da avviare alla professione di hacker in tutto il territorio americano.

Si prevede un grande interesse verso il concorso, non solo da parte di esperti già inseriti in questo campo, magari in aziende private, ma anche da giovani principianti con una passione particolare verso la sicurezza IT: dopotutto abbiamo già visto che sempre più spesso il mondo dell’hacking entra prepotentemente nel mondo dei più giovani, in particolare tra i ragazzi londinesi.

A lasciare quantomeno perplessi è la presenza di una vulnerabilità cross-site scripting rilevata da un utente su Twitter e segnalata al grande pubblico da Netcraft: viene da chiedersi se i professionisti certificati dal CSC saranno in grado di evitare, in futuro, situazioni ridicole come questa.