![](https://cdn.pmi.it/L1Dx5RGB1npVMSBWRBAmQ1tez6I=/650x350/smart/https://www.pmi.it/app/uploads/2021/11/pmi-amp-generic-thumb.png)
![logo PMI+](https://www.pmi.it/app/themes/pmi-2018/dist/images/pmi+/pmiplus-logo-big-white.png)
![logo PMI+](https://www.pmi.it/app/themes/pmi-2018/dist/images/pmi+/pmiplus-logo-big-white.png)
C’è l’NSA dietro la messa in sicurezza della maggior parte dei sistemi operativi sul mercato, Windows, Mac OS X e Linux compresi. A confermarlo (visto che non era un segreto) è stato Richard Schaeffer un ufficiale del dipartimento statunitense di sicurezza nazionale. La novità riguarda piuttosto la natura della collaborazione: non una revisione dei sistemi a posteriori, magari qualche mese dopo il rilascio, ma un’assistenza da parte di NSA già in fase di sviluppo.
Le consulenze di NSA hanno riguardato colossi come Sun, Apple, Red Hat e Microsoft, che ha “usato” gli esperti della Sicurezza Nazionale per proteggere dagli attacchi anche il recente Windows 7. NSA non ha però lesinato di offrire il proprio “know-how” ai produttori di software per la sicurezza, come Symantec e McAfee.
L’idea del dipartimento della difesa è quello di allargare il più possibile queste collaborazione ad enti pubblici e privati. Le minacce informatiche sono infatti considerate il principale problema di sicurezza che andrà combattuto nel ventunesimo secolo.
Un problema alla cui risoluzione devono collaborare in primo luogo gli utenti: l’abitudine di mantenere sistemi e antivirus aggiornati blocca già l’80% delle minacce. Per il restante 20% non resta che sperare in bene, magari dando un’occhiata alle guide ufficiali NSA sull’hardening.