Energia più cara per le piccole imprese

di Teresa Barone

3 Aprile 2013 14:00

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I costi relativi all'energia elettrica in Italia gravano per la maggior parte sulle spalle delle piccole e medie imprese, che hanno visto lievitare le bollette in modo esponenziale negli ultimi due anni soprattutto a causa delle evidenti differenze in materia fiscale con le grandi aziende.

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A rivelarlo è uno studio di Confcommercio e Ref Ricerche incentrato proprio sui costi dell’elettricità  e del gas naturale per le imprese italiane attive nel commercio, nel settore alberghiero e della ristorazione. Stando ai dati, infatti, nell'arco di tre anni, dal 2009 al 2012, i costi dell'energia elettrica ha subito un incremento pari al 18% per le PMI attive in questi ambiti, che hanno subito un carico fiscale superiore di circa sei volte rispetto ai grandi gruppi industriali della penisola.

Se si confrontano i dati nazionali con quanto avviene oltre confine, inoltre, si nota come le PMI italiane devono pagare bollette ben più salate rispetto alle “colleghe” europee, basti pensare che gli importi sono superiori del 30% se comparati con Spagna e Regno Unito, e del 100% se si affiancano le cifre italiane con quelle francesi.

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Per quanto concerne l'aspetto fiscale, le agevolazioni e le esenzioni sembrano premiare perlopiù pochi grandi gruppi industriali a discapito delle PMI, come si legge nel rapporto di Confcommercio e Ref Ricerche:

«La quasi totalità  del gettito delle imposte sull’energia è sopportata da una moltitudine di piccoli e micro consumatori: di questi circa 500 milioni di euro sono il contributo delle imprese del commercio, dell’alloggio e della ristorazione.»

Se per le grandi aziende il gettito fiscale incide mediamente meno di 2 euro ogni 1.000 kWh consumati, per le piccole imprese si sale fino a 12 euro ogni mille kWh.