Calcoliamo le tasse sugli investimenti

di Barbara Weisz

12 Marzo 2013 12:50

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Non ci sono solo le tasse su lavoro e imprese ad appesantire le tasche dei contribuenti italiani, privati e aziende, ma anche quelle su investimenti e risparmi fanno decisamente la loro parte.
Vediamo come impattano le tasse, aggiornate a nuove aliquote e normative entrate in vigore negli ultimi due anni, su diverse tipologie di investimento, divise per entità  e strumenti finanziari.

I calcoli mostrano una prima evidenza: per i piccoli investimenti, l’ipotesi più conveniente è il conto corrente mentre qualsiasi altro investimento erode il capitale. Sopra i 5mila euro, la pressione fiscale sulle rendite finanziarie via via diminuisce con il crescere del capitale, ma bisogna fare i conti con la reale redditività  dei diversi strumenti rapportata al rischio.

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Ecco le principali novità  fiscali sugli investimenti: la manovra di Ferrogosto 2011 ha cambiato il regime di tassazione sulle rendite finanziarie (azioni, conti correnti, titoli di stato e via dicendo), il Salva Italia di fine 2011 prevede la mini patrimonialina, la legge di stabilità  2013 ha introdotto la Tobin tax.

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Applichiamo le varie tasse a diverse tipologie di investimento suddividendoli per entità : 3mila euro, 10mila euro, 25mila euro, 100mila euro. Ipotizziamo sempre un rendimento lordo del 3%.

Conto corrente

E’ l’unica forma di risparmio che, in caso di rendimento lordo al 3%, garantisce il recupero dell’inflazione, anche a chi ha solo piccoli risparmi.

Su una somma di 3mila euro, il peso delle imposte si limita alla ritenuta del 20% (essendo il deposito inferiore ai 5mila euro, non si paga bollo). Il rendimento ipotizzato è di 90 euro lordi, che diventano 72 netti: capitale remunerato al 2,4%.

Su 10mila euro si paga anche il bollo di 34,2 euro, il peso delle imposte sale al 31,4%, su un rendimento lordo di 300 euro ne restano 205,8 netti. Capitale remunerato al 2,05%. Come vedremo, con un somma di 10mila euro da investire è in realtà  più conveniente puntare sui titoli di stato (o su conti deposito con rendimento superiori al 3%).

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Su 25mila euro, si diluisce maggiormente il bollo, il peso delle tasse si riduce al 24,6%, il rendimento sul capitale è del 2,26%.

Su 100mila euro, peso delle imposte al 21%, rendimento sul capitale 2,37%.

Come si vede, tenere i soldi sul conto corrente conviene maggiormente a chi ha piccoli risparmi, mentre i risultati si diluiscono maggiormente, e sono a rischio inflazione, in tutti gli altri casi.

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Azioni italiane

Qui succede il contrario, l’investimento è più conveniente per somme maggiori. Si pagano sempre (anche per gli importi da 3mila euro) il bollo (34,2 euro) e la Tobin Tax (0,12%). Risultato: il peso delle imposte è del 62% per chi ha solo 3mila euro da investire (ritorno sul capitale, 1,14%, siamo ben sotto l’inflazione), mentre scende al 35,4% su un capitale di 10mila euro, e al 29,2% per investimenti da 25mila o da 100mila euro (rendimento sul capitale, 2,13%).

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Azioni estere, obbligazioni, depositi e certificati di deposito

In tutti e tre i casi, niente Tobin Tax, mentre si applicano il 20% sulla rendita e il bollo. Anche qui, le tasse scendono con l’aumentare del capitale. Pressione fiscale al 58% su 3mila euro di investimento (rendimento del capitale all’1,26%), al 31,4% su 10mila euro (rendimento 2,06%), al 25,2% su investimenti sopra i 25mila euro (remunerazione capitale al 2,25).

Derivati

Sale la Tobin Tax, che però si pagherà  da luglio, in base a tabelle allegate alla legge. I calcoli che seguono non prevedono la riduzione che bisogna applicare nel caso in cui lo scambio avvenga su un mercato regolamentato.

Come è facile immaginare, per chi ha 3mila euro si tratta di un investimento molto poco efficiente: pressione fiscale all’85,8%, rendimento sul capitale 0,42%. Il peso delle tasse scende al 48,1% per chi investe 10mila euro (rendimento 1,56%), al 38,5% su 25mila euro (rendimento 1,85%), al 28,5% su un capitale di 100mila euro (rendimento 2,15%.

Titoli di stato

Con l’eccezione degli investimenti più bassi, ovvero da 3mila euro, restano la forma più sicura, con rendimenti netti che spesso assicurano almeno il capitale dall’inflazione anche dopo le tasse.

Qui l’aliquota è più bassa, al 12,5%,, si paga il bollo, ma non la Tobin Tax.

Risultato: su 3mila euro, pressione fiscale al 50,5% (pesa il bollo da 34,2 euro, che davanti a un rendimento lordo di 90 euro da solo è oltre un terzo), rendimento sul capitale all’1,49%.

Su 10mila euro già  il bollo si diluisce maggiormente, il peso fiscale scende al 23,9%, il rendimento sale al 2,28%. Su 25mila o 100mila euro, peso delle imposte al 17,7%, rendimento al 2,47%.

Infine, è il caso di fare alcune precisazioni: i calcoli come detto si basano su un rendimento ipotetico del 3% lordo, che non corrisponde di fatto alle reali performance delle varie tipologie di investimento considerate. E’ un dato teorico che facilita i calcoli e i relativi confronti per rendere l’idea del peso della tassazione, ma non rispecchia l’andamento di borsa di azioni, obbligazioni, strumenti di finanza derivata.


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