Conservazione dati aziendali: bene la teoria, male la pratica

di Tullio Matteo Fanti

Pubblicato 15 Febbraio 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

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Più della metà  delle imprese (60%) effettua un piano formale per la conservazione dei dati, ma solo un terzo lo mette in pratica. In un’era in cui informazioni elettroniche si moltiplicano a dismisura, quali sono i limiti di tale tendenza e come porvi rimedio?

Alle domande cerca di rispondere la ricerca Symantec Information Retention e eDiscovery Survey” effettuata in base a rilevazioni 2012.

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Le aziende sembrano aver imparato in teoria l’importanza di una strategia per la conservazione dei dati: quelle prive di un piano formale di information retention è sceso dall’80% al 40%.

Resta tuttavia fermo al 34% il numero di aziende che passa dalla teoria alla pratica, nonostante abbiano ricevuto nel corso dell’ultimo anno una media di 17 richieste di recupero. Di contro, prolifera il backup a tempo indeterminato (42%), anche quando non necessario, superfluo (34%) o inutile in caso di contenzioso legale.

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Ecco dunque alcuni suggerimenti per attuare in maniera efficace il piano di information retention:

  • Adottare una mentalità  di cancellazione difendibile eliminando le informazioni in base alle proprie policy.
  • Implementare una soluzione unificata di eDiscovery che tenga conto di policy di scadenza, per cui la conservazione a fini giudiziari possa essere implementata senza incorrere in spoliazioni e sanzioni.
  • utilizzare il backup per il recovery e la discovery per l’archiviazione di lungo termine di informazioni elettroniche.