PMI europee e italiane ad un bivio

di Carlo Lavalle

Pubblicato 17 Ottobre 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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La Commissione europea, in coincidenza con l’inizio dellaSettimana europea delle PMI del 15-21 ottobre ha pubblicato i risultati del rapporto “SME Performance Review 2012”, con schede informative che descrivono l’attività  e i progressi delle piccole e medie imprese in tutti gli Stati membri (UE 27).

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Nel complesso, non si manifestano ancora segnali positivi sull'occupazione. Le PMI continuano a combattere la crisi ma, a livello UE, gli sforzi intrapresi hanno finora portato solo una “crescita senza nuovi posti di lavoro”, come dimostrato dalle traiettorie divergenti nei diversi paesi membri.

In questa difficile situazione, per ribaltare il corso degli eventi è necessario un forte impulso politico che affronti i fattori di crescita delle PMI. Secondo Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per le Imprese e l'industria:

“le PMI sono in grado di ripristinare la crescita in Europa. Esse sono in cima ai nostri sforzi – come dimostra la proposta di reindustrializzare l'Europa da me fatta qualche giorno fa. In novembre, seguirà  il più ambizioso piano d'azione per promuovere lo spirito imprenditoriale che l'Europa abbia mai visto. Offriremo sostegno e consulenza a livelli mai visti finora e cercheremo di far sì che le PMI riescano ancora una volta a farci uscire dalla crisi che ci attanaglia”.

Dai dati della relazione risulta che in Italia le PMI rappresentano il 99,9% delle imprese e l’80,3% dell’occupazione nel settore privato non finanziario. Il 26% delle PMI opera nei settori di “produzione ad alta tecnologia” e dei “servizi ad alta intensità  di conoscenze” che sono considerati strategici per la futura competitività  del paese.

Il numero delle PMI italiane che ha contribuito in modo significativo alla ripresa in ambito UE è il più elevato in Europa. Il settore è dominato dal segmento delle micro-imprese, pari a 3,6 milioni di unità .

A conti fatti, le PMI rappresentano forniscono la quota maggiore di posti di lavoro e oltre il 50% del VAL (Valore Aggiunto Lordo, ciò che resta dopo aver dedotto dalle vendite o dal fatturato i costi intermedi).

Purtroppo, sull’attività  delle piccole e medie imprese pesa in particolare il deterioramento dell’accesso al credito e il differente contesto in cui si viene ad operare nei singoli paesi.