Usi e abusi della Biometria in azienda

di Alessia Valentini

Pubblicato 25 Ottobre 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:45

logo PMI+ logo PMI+

L'innovazione tecnologica nella maggior parte dei casi aiuta a risolvere problemi ed esigenze, ma qualche volta la fretta porta all'implementazione di soluzioni inadatte o addirittura non conformi alle normative vigenti: può essere il caso della biometria, tecnologia ormai matura ma poco diffusa sul mercato a causa delle implicazioni di privacy.

Rilevamento presenze => leggi quando la Biometria non viola la Privacy

Il Garante è più volte intervenuto per dirimere questioni sull’uso e abuso di tali sistemi, chiarendo dubbi alle aziende che vorrebbero implementare sistemi biometrici per il controllo di accessi e presenze in ufficio o in fabbrica al posto dei badge aziendali.
Fra le applicazioni possibili ne riportiamo due: una buona e cattiva pratica della medesima tecnologia, per far comprendere il limite entro cui è possibile muoversi.

La stampa ha di recente segnalato l’autorizzazione del Garante Privacy concesso ad una banca per l’installazione di un sistema automatizzato per la gestione delle cassette di sicurezza, che consente l’accesso ai clienti (attraverso l’uso delle impronte digitali) tutti i giorni e senza intervento di personale.

Poiché non verrà  creato un repository centralizzato dei dati biometrici l’Autorità  ha espresso parere positivo: la smart card con il codice numerico della propria impronta digitale sarà  custodita esclusivamente dal cliente (che firma prima un consenso scritto).
In questo caso l’utilizzo di un sistema biometrico è stato ritenuto “lecito” e “proporzionato” (coniugare la tutela dei beni con l’utilità  di un servizio continuativo).

Diverso il caso del liceo Plinio Seniore di Roma, dove il dirigente scolastico – senza alcun preavviso o informativa – ha fatto installare un sistema di videosorveglianza con telecamere e sistemi biometrici che registrano gli accessi di insegnanti e personale ATA mediante le impronte digitali.

Il Garante Privacy ha ovviamente aperto un’istruttoria a seguito di una segnalazione
In questo caso, infatti, si lede palesemente l’art.4 della legge 300/70 sull’istallazione di impianti audio-visivi nei luoghi di lavoro e non si garantisce la privacy nel trattamento dei dati sensibili.
Il Garante sta verificando se il trattamento dei dati biometrici sia stato effettivamente svolto, l’eventuale data di inizio e i soggetti nei confronti dei quali sarebbe stato effettuato, le caratteristiche tecniche e le ragioni che ne hanno determinato l’adozione: se la tecnologia eccede i limiti della proporzionalità  dell'intervento allora è illecita.
Di fatto, poiché i sistemi servono alla registrazione delle presenze degli insegnanti e non ad un fine di sicurezza sul lavoro (come nel caso di aree sicure, cantieri etc) è abbastanza probabile che l'impianto sarà  giudicato eccessivo e fatto dismettere.