La vita in ufficio è complicata dal collega di scrivania che si lamenta sempre? Sappiate che non siete i soli, come conferma il Wall Street Journal.
Il lagnoso non è solo un collega insoddisfatto ma una persona che negativizza qualsiasi argomento proponiate. Un sondaggio Gallup individua in media un 18% di lavoratori attivamente disimpegnati, negativi, tendenti alle lamentele.
Per sapere cosa accade nei nostri uffici consulta invece i dati del Baromentro Edenred-Ipsos: Italiani insoddisfatti del posto di lavoro.
Oltreoceano si arriva a dare bonus o compensi extra a chi riusce ad arginare lagne e gossip (è dimostrato che tali comportamenti sono negativi per la produttività sul lavoro).
Nei gruppi di lavoro in cui operano, si registrano assenteismo, cali di produttività e qualità del lavoro (leggi piuttosto come lavorare meglio e aumentare la produttività !)
Robert Sapolsky, neurologo e docente a Stanford, spiega al Wsy che «l’esposizione a un eccesso di negatività può danneggiare apprendimento, memoria, attenzione e capacità di giudizio». Il cervello prima o poi reagisce a questi stimoli, e i colleghi che utilizzano un alto registro emotivo o affrontano le questioni facendo sentire in colpa chi ascolta, possono avere un effetto negativo in ufficio.
Esempi di soluzioni: bonus a chi riesce ad astenersi dalle lamentele, maggior impegno dell’azienda all’ascolto su problemi di lavoro, esigenze di welfare aziendale (leggi l’articolo >> Welfare aziendale, cosa cercano i lavoratori) o difficoltà a coordinare impegni privati e lavorativi.
Di atteggiamenti fastidiosi sul lavoro ce ne sono parecchi. Qualche fonte di informazione? C’è il “Manuale semiserio per sopravvivere ai colleghi molesti” di Silvano Bertaino, la classifica del portale Sheknows o la rassegna dell’Atlantic Wire.