Il celeberrimo “think different” di Steve Jobs sembra essere diventato materia di studio fra gli economisti, secondo cui uno stato emotivo positivo ottimizza le capacità imprenditoriali. Di più, esiste un modo di pensare peculiare dell’imprenditore che unisce dimensione emozionale positiva e cognitiva, con l’effetto di favorire la realizzazione delle idee di business.
Lo sostengono due economisti specializzati in innovazione, Magdalena Cholakova (Dipartimento di Management e Tecnologia Università Bocconi) e James Hayton (Newcastle Business School): al rapporto fra imprenditorialità e stato emozionale hanno recentemente dedicato il lavoro “The Role of Affect in The Creation and Intentional Pursuit of Entrepreneurial Ideas” (Il ruolo dell’affetto nella creazione e nel perseguimento dell’idea imprenditoriale), pubblicato nel numero speciale dedicato al tema “The Heart of Entrepreneurship” (il cuore dell’imprenditorialità ) dell'Entrepreneurship Theory and Practice Journal.
Viene sfatato il luogo comune suggerito in letteratura secondo cui l’emozionalità rappresenta un elemento di distrazione o che favorisce scelte e comportamenti di tipo irrazionale. Al contrario: secondo il lavoro dei due studiosi, la dimensione emozionale interagisce con il comportamento dell'imprenditore, con la sua memoria lavorativa e con la creatività nel momento in cui l'idea viene generata.
In particolare, aumenta la probabilità di percepire informazioni rilevanti per lo stimolo di nuove idee e favorisce la capacità di mantenere e richiamare alla memoria una maggiore quantità di informazioni e di idee.
Gli studiosi prendono in considerazione una serie di studi di psicologia, sociologia e neuroscienze, che confermano l’impatto positivo sul processo di decision making di un buon rapporto fra dimensione emozionale e cognitiva.
Lo studio del processo cognitivo dell’imprenditore dimostra come quest’ultimo rappresenti il proprio mondo, impari da esso, e pensi alle opportunità di business in modo differente (think different) dai non imprenditori.
Tratti peculiari di questa conformazione mentale sono la fiducia in se stessi, l’ottimismo, un modo di percepire il rischio diverso dagli altri, un approccio intuitivo ai problemi e la flessibilità degli schemi mentali.
Tutto questo ha molto a che fare con la dimensione affettiva (nel senso che, appunto, c’è uno stretto legame fra il processo cognitivo puramente razionale e la dimensione più emozionale). Ci sono studi scientifici che mostrano come il cervello, nel momento in cui deve prendere una decisione, attivi determinate aree emozionali.
In generale, comunque uno stato d’animo positivo ha impatto (positivo) su capacità di giudizio, di negoziazione, relazioni sociali, processo decisionale.
E, nel caso specifico dell’imprenditore, nello sviluppo dell’idea di business.
Lo stato emozionale positivo, spiegano ancora gli autori, consente all’imprenditore di percepire un maggior numero di mezzi per sviluppare la propria idea, di ridurre l’incertezza e di incoraggiare il raggiungimento dell’obiettivo.
Siate visionari, sintetizzerebbe Steve Jobs.