Diventa indeducibile il contributo a favore del Servizio Sanitario Nazionale versato con il premio di assicurazione Rc auto. E' l'effetto della legge di riforma del mercato del lavoro che, puntando alla semplificazione e alla riduzione della spesa pubblica, ha finito per penalizzare i contribuenti più poveri a favore di quelli più ricchi.
Ogni anno, durante il periodo della dichiarazione dei redditi, è un tremendo brulicare fra scontrini, ricevute fiscali e fatture al fine di poter approfittare di piccole detrazioni e deduzioni per abbattere l'imposizione fiscale. Si tratta, sia chiaro, di recuperi abbastanza contenuti ma, visto che siamo in tempo di crisi, possono fare piuttosto comodo.
Fra tutti i documenti ve ne è uno in particolare che riguarda l'assicurazione auto. Si tratta di una ricevuta che viene rilasciata dall'agenzia assicurativa una o, al massimo, due volte l'anno, in corrispondenza al pagamento del premio, e che riporta il dettaglio dell'importo che si sta pagando. In particolare è indicata una voce definita come “Contributo SSN”. Ed è proprio questo l'elemento oggetto del nostro approfondimento.
Fino all'ultima dichiarazione dei redditi, quella che – per intenderci – abbiamo presentato qualche mese fa, era presente un campo relativo alla quota versata come contributo per il Servizio Sanitario Nazionale. In particolare si fa riferimento al rigo RP21 del modello Unico ovvero al rigo E21 del modello 730.
Dalla prossima dichiarazione dei redditi questa quota diventerà indeducibile. O almeno lo sarà per gli importi superiori a 40 euro. La conseguenza è che tutti coloro che pagano polizze di importo modesto, ossia con premio inferiore a 402 euro, non potranno dedurre il contributi. Per importi più alti, invece, il contributo sarà deducibile. E questo sarà un indubbio vantaggio ai redditi più alti.
Infatti, volendo ipotizzare due assicurati della stessa città e con la medesima educazione stradale, a pagare un premio più alto sarà indubbiamente il proprietario dell'autovettura più sfarzosa. Ora, presupponendo che la sontuosità di un'autovettura può rappresentare la capacità reddituale del proprietario (o almeno così dice il Fisco: se hai il Suv sei senz'altro ricco!), possiamo affermare con ragionevole certezza che la modifica alla normativa previgente penalizza esclusivamente i redditi più bassi a favore di quelli di alti.