Nuove Partite IVA in crescita

di Roberto Rais

Pubblicato 1 Agosto 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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L’Osservatorio sulle Partite IVA del Dipartimento delle Finanze ha pubblicato i dati statistici sul trend di nuove partite in Italia: a maggio 2012, sono state aperte 47.778 nuove posizioni IVA, in numero stabile rispetto allo stesso mese del 2011 (+ 0,07%), ma con tendenza in crescita del 2,9% rispetto al precedente mese di aprile.

Una discreta tenuta, dunque: nonostante la situazione congiunturale sia ben lungi dall’essersi stabilizzata, cresce la domanda da parte di coloro che desiderano mettersi in proprio e avviare un’attività  sotto forma di ditta individuale o collettiva (società ).

Secondo i dettagli forniti dall’Osservatorio, ad aprire partite IVA sarebbero state soprattutto persone fisiche (36 mila unità , per tre quarti del totale), prevalentemente maschi (il 65%, contro il 35% di donne), e di età  fino a 35 anni. Proprio i giovani under 35 sarebbero stati la fascia di popolazione in grado di garantire la crescita più dinamica del comparto, arrivando ad assorbire circa metà  delle nuove aperture, e giungendo altresì a rappresentare l’unico settore con una crescita tendenziale positiva su base annua.

Probabilmente, a fungere da leva per l’apertura di nuove partite IVA giovani sono state le condizioni di maggior vantaggio fiscale previste dall’art. 27 del d.l. 98/2011, che ha voluto predisporre un regime di beneficio per incentivare l’avvio di attività  lavorative autonome da parte dei più giovani.

Dietro gli under 35, la popolazione più corposa è rappresentata dalle persone fisiche di età  anagrafica compresa tra i 36 e i 50 anni, che rappresenta circa un terzo delle nuove aperture.

Al di là  della maggioranza rappresentata dalle persone fisiche, il 16% delle nuove aperture ha visto come protagoniste le società  di capitali, con un decremento in doppia cifra (11%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Sul fronte della distribuzione geografica, il 40% delle nuove aperture si concentra nel Nord, il 24% nel Centro, il 36% nel Sud e sulle Isole.
Su base annua, i dati mostrano un calo del 3% nel Nord, e un andamento fortemente disomogeneo nel resto della Penisola (con una contrazione record del 10% nelle Marche, e un boom dell’11,4% in Sardegna).