Ci risiamo. Si torna a parlare di festività . L'idea è quella di evitare feste infrasettimanali e ponti lunghi. E' vero, la notizia non è nuova ma ogni volta suscita polemiche e spacca in due il mondo del lavoro: da una parte chi farebbe volentieri a meno di un 25 aprile o di una festa patronale; dall'altra chi a questi giorni di vacanza proprio non ci vuole rinunciare.
Eppure, secondo gli esperti, una manovra del genere potrebbe offrire benefici anche per due miliardi.
Scherza con i fanti ma lascia stare i santi. Mai proverbio fu più azzeccato in un momento in cui, proprio i santi saranno chiamati a dover fare a meno del giorno ad essi dedicato. Almeno così sembra. Festività patronali e feste rappresentative dell'unità nazionale come il 25 aprile o il 1° maggio sono state prese di mira e, in onore alla produttività delle aziende, potrebbero slittare alla domenica successiva.
L'obiettivo, secondo il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo, è quello di evitare i lunghi ponti consentendo ai lavoratori di lavorare di più poiché solo in questo modo si potrà risolvere l’annoso problema della crisi. Sembrerebbe anche che spostare due o tre festività alla domenica successiva potrebbe far recuperare circa 1,6 miliardi di euro. Che equivale allo 0,1% del PIL.
Ma veramente mettere mano alle festività potrebbe rappresentare un'operazione tonificante per le imprese italiane? Personalmente ritengo che la questione della produttività delle imprese debba coinvolgere manager e lavoratori dipendenti alla stessa maniera e credo anche che ognuno, nei limiti del possibile, debba battersi affinché venga mantenuta a livelli elevati.
Il problema principale, però, non credo sia la scarsa produttività ma piuttosto l'assenza delle commesse nelle imprese. Le aziende italiane chiudono perché non hanno commesse, perché il mercato è fermo, i pagamenti sono bloccati e la materia prima non può essere acquistata. Senza commesse la produttività diminuisce inevitabilmente. Potremmo scegliere di lavorare anche il 25 aprile, il giorno di natale o per 24 ore al giorno consecutivamente e senza mai fermarci. Ma se non ci sono commesse cosa producono le nostre aziende?
La produttività non si alimenta lavorando di più ma lavorando meglio. Occorre che gli imprenditori comprendano che nella nostra situazione economica per sopravvivere è necessario internazionalizzarsi, aprirsi ai mercati esteri e fare rete.