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Incentivi, crediti e DURC: le parole delle imprese

di Nicola Santangelo

Pubblicato 18 Maggio 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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In questi giorni in tanti hanno visto il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, impegnativo come ormai come in TV e pieno di parole importanti, che per molti servono a poco se non seguite da fatti concreti ma che sono pur sempre più utili di un assordante silenzio: ognuno di noi ha una o più parole da urlare, io ne ho tre e riguardano le imprese.

INCENTIVI
Sono gli incentivi che mettono in moto e alimentano il complesso meccanismo dell'economia italiana.

Occorre rilanciare le aree in crisi e scommettere sulla internazionalizzazione il processo produttivo, offrire a tutte le imprese italiane crediti di imposta per ricerca e sviluppo.

E' importante assicurare alle imprese una continua crescita anche tramite l'istituzione di fondi specifici e bonus premiali per le aziende che reinvestono i propri utili.

TASSE E CREDITI

Presentare un decreto che autorizzi le imprese la compensazione di crediti vantati verso la Pubblica Amministrazione e debiti fiscali e tributari è quasi diventato un obbligo morale più che un bisogno fisiologico.

Le aziende falliscono, le imprese chiudono e gli imprenditori hanno paura, compiono gesti estremi, rasentano la follia e si suicidano. Da una parte vantano crediti dalle Pubbliche Amministrazioni mentre dall'altra ricevono inviti sempre più pressanti per chiudere le loro posizioni debitorie con le medesime Amministrazioni di cui sono creditori.

La Pubblica Amministrazione paga i propri fornitori con ritardi inaccettabili e questo è noto a tutti. Così facendo, però, espone le imprese a seri rischi e crea enormi falle all'interno del processo produttivo.

DURC

L'obbligo di presentare il Documento Unico di Regolarità  Contributiva non è una soluzione sbagliata. Forse, però, il DURC non dovrebbe essere soltanto positivo o negativo, regolare o irregolare, ma dovrebbe contenere anche una serie di sfumature che determinano il grado di insolvenza dell'impresa.

La soluzione sarebbe quella di associare al DURC un rating: quelli più alti permetterebbero alle imprese di partecipare alle gare di appalto e incassare le fatture del contratto a condizione che si impegnino a saldare nel breve termine il loro debito con gli istituti previdenziali.

I rating più bassi, invece, denoterebbero una irregolarità  sistematica. In tal caso le imprese sarebbero punite con l’esclusione da pubblici appalti e saldo delle spettanze fino a a dopo aver saldato la loro posizione.