Durante il “Italian Digital Agenda Annual Forum” è stato presentato da Confindustria Digitale il piano di sviluppo per la digitalizzazione dell’Italia.
Un contributo significativo in vista della emanazione entro giugno di DigItalia, il decreto legge costituito da un pacchetto di misure volte alla promozione della digitalizzazione (in attuazione dell’Agenda Digitale Italiana) annunciato dal Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera. Un intervento legislativo necessario, considerato il forte ritardo digitale del nostro Paese, sottolineato al Forum anche da Neelie Kroes, commissario UE con delega all'Agenda Digitale.
Il piano di sviluppo per un’Italia digitale, promosso da Confindustria Digitale e presentato dal suo presidente Stefano Parisi, si poggia su 5 punti ben precisi.
Primo punto, stimolare in Italia la richiesta di servizi online connessi all’uso della rete sia da parte dei privati che della pubblica amministrazione.
Per esempio incentivare l’uso del commercio elettronico anche prevedendo sgravi come l’IVA ridotta, oltre che offrire maggiori servizi digitali al cittadino nella Pubblica Amministrazione.
Secondo punto, non meno fondamentale, potenziare lo sviluppo della banda larga, sia quella tradizionale che quella su rete mobile.
Terzo punto, ripensare le norme sul diritto d’autore e la legge sulla privacy.
Quarto punto, sostenere le nuove start-up giovanili e le nuove idee imprenditoriali legate comunque al mondo di internet.
Quinto punto, offrire un’adeguata formazione ai lavoratori che non hanno ancora competenze in ambito informatico.
Parisi ha sottolineato ancora una volta l’importanza di investire nelle TLC per un Paese come l’Italia:
Se le imprese italiane raddoppiassero gli investimenti in ICT, si avrebbe una crescita della produttività tra il 5 e il 10% , mentre se aumentassero solo dell'1% il loro fatturato estero attraverso le vendite on-line, le nostre esportazioni totali aumenterebbero dell'8% pareggiando il saldo import-export di beni e servizi. Se dunque, come sta accadendo nei principali paesi, lo sviluppo dell'Internet economy diventerà anche da noi il centro delle politiche per la crescita, il contributo all'aumento del Pil potrebbe essere dell'ordine del 4-5% nei prossimi tre anni.