Appena nata ha sollevato polemiche e preoccupazioni non indifferenti: è la famigerata IMU, ossia la nuova imposta sugli immobili che fa tremare privati e aziende per via dei costi alle stelle della nuova imposizione.
Tra mille cambiamenti dell’ultima ora, si avvicina il primo appuntamento con la nuova imposta municipale del 18 giugno, quando i contribuenti saranno chiamati a versare la prima rata di acconto.
Il debutto dell’IMU non è stato facile, forse a causa di un concepimento troppo affrettato: l’imposta presenta alcune falle che hanno generato incomprensioni e perplessità .
Uno dei primi problemi è sorto a causa della discrasia sulle date dei versamenti.
In particolare, nonostante la scadenza di metà giugno, un emendamento autorizza i Comuni a modificare le aliquote fino al prossimo 30 settembre.
A quel punto milioni di contribuenti si sono chiesti: quale aliquota utilizzare per il calcolo dell'acconto?
Tale problema presenta due possibili soluzioni. La prima è quella di provvedere al pagamento in due rate (giugno e dicembre). L'acconto sarà calcolato con le aliquote di base mentre al momento del saldo si dovrà versare la differenza tra l'imposta calcolata con l'aliquota effettiva e quanto versato al momento dell'acconto.
La seconda soluzione prevede il pagamento in tre rate (giugno, settembre e dicembre). Anche in tal caso per il primo acconto saranno utilizzate le aliquote di base mentre per le altre due occorre tenere conto dell'aliquota effettiva.
La questione non è da sottovalutare poiché se il contribuente dovesse calcolare l'imposta con un'aliquota più bassa rispetto a quella deliberata dal Comune andrebbe incontro a pesanti sanzioni.
Sintetizzando: i contribuenti sono chiamati ad osservare la scadenza del prossimo 18 giugno, per il versamento del primo acconto e le aliquote da applicare saranno dello 0,40% per le prime case e dello 0,76% per tutte le altre.
Recentemente il Ministero dell'Economia si è poi espresso sulla questione delle prime case definendo una serie di paletti al fine di rendere ineludibile l'imposta.
A differenza di quanto avveniva con la vecchia ICI, ad esempio, i genitori che danno in comodato d'uso un secondo appartamento ai figli saranno tenuti al versamento dell'imposta con l'aliquota dello 0,76%.
La circolare chiarisce, inoltre, che viene definita prima casa quella nella quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Per questo motivo se alcuni membri della famiglia stabiliscono la loro residenza e dimora in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l'abitazione principale in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile.