“Se la portata e l’ambito di applicazione di una disposizione legislativa sono incerte, l’autore della presunta violazione non è punibile”. Principio sacrosanto, quello indicato dal dl 472 del 1997, e riconfermato recentemente dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 4685, che ha elencato infine nello specifico quali sono i fatti e le circostanze che creano una effettiva situazione di «incertezza normativa oggettiva», tale per cui il fisco non può apporre sanzioni.
Tali circostanze sono, secondo quanto indicato dalla Corte, differenti e molteplici. Se ad esempio la formula dichiarativa della norma giuridica non è chiara, ci sono i presupposti per annullare una sanzione. Stessa cosa dicasi se si ravvisa una difficoltà nella “determinazione del significato della formula”, così come in caso di «mancanza di informazioni amministrative o la loro contraddittorietà ». Producono incertezza normativa oggettiva anche l’adozione di prassi amministrative contrastanti o l’assenza stessa di queste ultime, nonché l’eventuale contrasto tra una prassi amministrativa e la singola sentenza, così come «l’adozione di norme di interpretazione autentica o meramente esplicative di norma implicita preesistente»
Questa sentenza è particolarmente importante nell’ambito di un sistema legislativo come quello italiano, caratterizzato in genere da molte falle e da un linguaggio tendenzialmente artefatto e poco chiaro in moltissime norme. Da adesso, se la norma risulta difficilmente individuabile, presenta un significato oscuro o anche solo è formulata in modo difficile, questo puà³ costituire condizione di annullamento di una sentenza. Lo stesso principio vale per le prassi amministrative assenti, contrastanti o che confliggono con le pronuncie della giurisprudenza, in caso di mancanza di informazioni rispetto alle pronunce giurisprudenziali e, infine, in caso di contrasto tra opinioni dottrinarie.
L’unica condizione che deve essere rispettata per procedere all’annullamento di una sanzione è che l’incertezza riscontrata sia “inevitabile”, senza se e senza ma. Resta da stabilire quindi, in ultima analisi, se vi è effettivamente, all’interno di un contenzioso, una situazione di incertezza inevitabile o meno. Questo problema è lasciato alla valutazione del giudice, e non è escluso che, in alcuni casi, possa dare vita a situazioni di “incertezza sull’incertezza”. Del resto, se cosà non fosse, le decisioni sarebbero estremamente semplici: una condizione a cui in Italia non si è certamente abituati.