Da una parte governo e imprenditori, dall'altra sindacati e lavoratori. Il nodo della Riforma del Lavoro sta spaccando in due l’economia italiana, con conseguenze che potrebbero essere anche gravi: la minaccia di scioperi da una parte rallenta la produzione, dall’altra c’è è il rischio di un aumento dei contenziosi o di una strumentalizzazione dei lavoratori.
Il punto di vista dei lavoratori
Anche le aziende possono comprendere che non è facile lavorare con una spada di Damocle sospesa sul proprio capo.
Tutti d'accordo sull’enorme inquietudine che una pratica così poco ortodossa può suscitare, eppure la situazione dei lavoratori dipendenti ad oggi non è molto dissimile: un’affilata spada sospesa sulla testa di ognuno e sostenuta da un esile crine di cavallo: basta poco e il crine si spezza, la spada precipita e, come una mannaia, trancia posti di lavoro.
E' sufficiente un fatturato in calo o la risoluzione di un ordine importante a spezzare il crine. E una volta spezzato si può essere licenziati.
Il licenziamento per motivi economici autorizza le aziende a disfarsi (termine orribile ma che trasmette lo stato d’animo di chi rischia il posto) dei lavoratori dipendenti. Nella peggiore delle ipotesi, ossia di fronte alla pronuncia di un giudice, l’azienda sarà tenuta a riconoscere un’indennità fino ad un massimo di ventisette mensilità .
Se terminassi qui questo articolo sarei indubbiamente accusato di faziosità . Pertanto cercherò di osservare la vicenda anche dal punto di vista imprenditoriale.
Il punto di vista delle aziende
Supponendo che la morsa della crisi investe le imprese e le spinge verso il baratro, mi chiedo per quale motivo un imprenditore dovrebbe sfruttare a proprio vantaggio la riforma Fornero licenziando i lavoratori dipendenti sui quali ha investito nel corso degli anni?
E’ vero: i costi di “mantenimento” sono elevati ma è anche vero che si tratta di risorse su cui si è investito.
Non sarebbe come disfarsi di un macchinario nel pieno del processo produttivo?
I contro potrebbero forse superare i pro, per cui la riforma del lavoro potrebbe indurre le aziende a scelte frettolose e poco lungimiranti.
Compromesso
A conti fatti, quindi, i rischi sussistono da entrambe le parti, imprenditori e lavoratori: pro e contro per entrambi, dunque, da questa riforma dell’articolo 18.
Serve solo un po' di equilibrio: da una parte i lavoratori dovrebbero promettere lealtà alla propria azienda, dall'altra i manager dovrebbero osservare e ascoltare maggiormente i propri lavoratori.
Non è così semplice, lo sappiamo: la crisi pesa. Ma riflettere bene sulle scelte e valutare le opzioni che la legge consente senza abusarne può essere la risposta in questo delicato periodo di transizione.