Le Pmi trainano l'economia europea e l’Italia non fa eccezione: il rapporto della Commissione Europea “Do SMEs create more and better jobs“ evidenzia la capacità delle piccole e medie imprese di creare posti di lavoro di qualità , fornendo un contributo vitale all'economia e occupando il 67% degli addetti nel settore privato, con la creazione netta dell'85% dei posti di lavoro tra il 2002 e il 2010.
Nel 2010 c’erano 20,8 milioni di imprese non finanziarie che hanno dato lavoro a 87 milioni di europei e le microimprese da uno a nove addetti hanno giocato un ruolo decisivo, contribuendo per il 58% alla nuova occupazione. In pratica, 631.000 addetti in più si devono alle piccolissime aziende immobiliari e dei servizi (gas, luce e acqua in particolare).
L'Italia ha seguito un percorso molto simile a quello europeo e la crescita media delle piccole imprese dello 0,8% è stata doppia rispetto alle grandi industrie.
Anche da noi le microimprese sono cresciute più di tutte (1%).
Fondazione impresa ha elaborato l'osservatorio congiunturale in Italia tra il secondo semestre 2010 e il primo del 2011: quasi il 98% delle aziende impiega da uno a diciannove addetti, il 62% della nostra forza lavoro.
L’osservatorio ha coinvolto 1200 piccoli imprenditori con una domanda curiosa: “se la crisi fosse paragonabile a un tunnel lungo 100 metri, in che punto vi collochereste?” La media delle risposte ha rivelato che gli imprenditori si sentono ancora fermi al sessantunesimo metro. Quindi piuttosto avanti, ma non abbastanza per parlare di ripresa.
Gli artigiani si considerano in leggero vantaggio (64,7 metri), tallonati dai servizi (61,2 metri), mentre il commercio è ancora in sofferenza e fermo a 56 metri, cioè poco oltre metà strada.
Se si rivolge le stessa domanda agli imprenditori, divisi per macro aree, si nota che il Nord Est si sente più avanti di tutti (a due terzi dell'ipotetico tunnel), mentre Sud e Isole sono in fondo classifica e non vanno oltre il cinquantasettesimo metro.
Nel complesso, la crisi recente ha avuto ripercussioni pesanti sulle pmi: occupati in calo dell'1,3% e nuovi investimenti effettuati da meno del dieci per cento delle aziende intervistate.