Giornali, televisioni e pagine Web sono piene di notizie il cui argomento principale è quello dell'evasione fiscale. Su questo tema si potrebbero scrivere interi giornali, forse anche libri, con il rischio, però, di diventare fastidiosi e monotoni. Ma se questo serve a scongiurare in qualche modo il reiterarsi di azioni così riprovevoli, allora che ben venga.
Per la verità l'obiettivo di tutti non è quello di esorcizzare il rischio di evasione ma piuttosto quello di scoraggiare l'evasore fiscale nel compiere la propria azione ai danni dello Stato e di tutti i suoi cittadini. E questo può essere fatto introducendo norme sempre più severe che puniscano il truffatore con pene pecuniario e detentive ovvero con altre tipologie di sanzioni che colpiscano il patrimonio. Proprio come si fa con i mafiosi. Potrebbe essere questa l'ultima novità in ambito di contrasto all'evasione fiscale.
In pratica nei casi di condanna o patteggiamento del delitto di evasione fiscale potrebbe essere disposta la confisca delle disponibilità finanziarie e patrimoniali per i quali il condannato non possa giustificare la provenienza, compresi quelli cui risulti essere titolare o averne la disponibilità a qualsiasi titolo.
Esemplificando, il contribuente condannato per evasione fiscale, nell'eventualità che l'ammontare dei beni fosse sproporzionato con quanto effettivamente denunciato in dichiarazione dei redditi degli anni precedenti, potrebbe vedere confiscati non soltanto i beni e i guadagni realizzati evadendo il Fisco ma anche i beni a lui riconducibili compresi quelli della moglie e dei figli.
Se questa ipotesi dovesse divenire concreta gli evasori potrebbero trovarsi a muoversi in un terreno minato: il rischio di perdere il proprio patrimonio, sebbene conseguito illegalmente, diverrebbe troppo alto.
Attenzione, però, perché questa operazione potrebbe avere un lato oscuro poiché in questo modo sarebbe inevitabilmente alimentato il rischio di fuga dei capitali all'estero, trend che, negli ultimi anni, è in forte crescita.