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Accesso al credito: un 2012 difficile per le Pmi

di Edoardo Musicò

Pubblicato 1 Marzo 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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Associazioni di categoria, istituti di credito e piccoli imprenditori si sono confrontati sulle prospettive economiche del 2012. Nico Gronchi, presidente Confesercenti Firenze ha lanciato l'allarme sui tempi di rientro dal debito bancario molto più ristretti per le Pmi, dato che le banche devono applicare le regole di Basilea sull’accesso al credito.
Da un lato, le piccole imprese hanno meno possibilità  di avere finanziamenti a breve termine, dall'altro le banche stentano ad avere la liquidità  necessaria e a stare sul mercato.
Essendo tutti sulla stessa barca, serve un fronte comune del sistema dei consorzi di garanzia fidi, insieme con banche e Pmi, considerando che la crisi sta mettendo sotto pressione le aziende più piccole, a partire dalle microimprese.


Secondo Daniele Conti, coordinatore CNA Firenze, lo scenario non è roseo per il 2012 e l’ABI conferma una vera “crisi di astinenza” da denaro. Negli ultimi cinque anni, le Pmi hanno dato fondo ai risparmi per resistere sul mercato e ora è quasi impossibile rilanciare a breve gli investimenti.
Alcuni settori, come la moda, possono puntare sull'export verso i Paesi emergenti, ma gli altri comparti stentano a ripartire per la contrazione dei consumi del mercato nazionale ed europeo.

I Dati di Unioncamere confermano i timori, almeno per il primo trimestre di quest'anno. Produzione e fatturato stanno calando di dieci punti nella grande industria e del doppio nelle aziende sotto i 50 addetti.
Il saldo negativo raggiunge il 25% nelle imprese artigiane con prospettive peggiori (-32,2%) nel settore legno-arredo. La visuale più pessimistica nel settore del commercio riguarda proprio le piccole imprese al di sotto dei venti dipendenti.
Il 61,2% degli operatori negli altri servizi condivide lo scenario negativo e non si aspetta miglioramenti.

In particolare, la filiera turistica, mense e servizi bar si sente particolarmente penalizzata, e le previsioni al ribasso accomunano i piccoli imprenditori di Sud e Nord Ovest; lievemente migliori le prospettive nel Centrlo, mentre numerosi imprenditori del Nord Est sperano, nonostante tutto, che il 2012 mantenga stabile il volume d'affari rispetto all'anno precedente.