Assomiglia ad un avvertimento quello del piano anti-evasione che il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha presentato ai media: in primavera controlli anche sulle dichiarazioni dei redditi: è questa infatti la nuova strategia che si vuole mettere in campo per il recupero fiscale.
Per nulla difficile, soprattutto adesso che i conti correnti bancari di privati e imprese rappresentano un vero libro aperto per il Fisco.
Sembra che il Fisco miri ai conti correnti che, con le recenti disposizioni, risultano essere a sua disposizione invece di concentrarsi sui capitali portati all’estero: ormai si è in grado di verificare la posizione di tutti i contribuenti e, con la prossima dichiarazione dei redditi, scatteranno i controlli nei confronti degli evasori.
Ma prima di spendere così tante energie (e soldi pubblici) nel contrasto all'evasione fiscale non sarebbe opportuno chiedersi per quale motivo maggiore è l'imposizione fiscale e più alto è il livello di evasione? La dolente verità è che molti contribuenti si ritengono autorizzati a evadere per via delle tasse troppo alte. Per cui, più alte sono le tasse più alta sarà l'evasione.
Per quanto spietata e agguerrita sia la lotta all'evasione fiscale c'è da riconoscere nel contribuente evasore un'innata capacità di individuare soluzioni alternative che gli consentano di evadere o eludere il Fisco che, dominato da un certo senso di frustrazione, le ha provate tutte.
Ultimamente ha anche sguinzagliato i propri detective per mettere in atto veri e propri blitz a Cortina e a Milano. Prima di questo ha studiato la tecnica dello spot pubblicitario, quello dell'evasore parassita per intenderci. C'è stato, addirittura, un periodo in cui il Fisco ha cercato di farseli amici gli evasori, consentendo loro di importare in Italia capitali illegali detenuti all'estero applicando una tassazione vergognosamente bassa.
Quello dei controlli delle prossime dichiarazioni dei redditi non mi sorprende ma darebbe veramente fastidio se tale operazione andasse ad accanirsi prevalentemente contro quei pensionati che commettono errori nel detrarre dal proprio reddito poche decine di euro di spese sanitarie. Se così fosse, questo sarebbe l'ennesimo fallimento del Fisco italiano.