Nuovo stop al debutto del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, la cui data di operatività , prevista per il 9 febbraio scorso, ha subito l'ennesima proroga al 2 aprile 2012. E' quanto ha previsto il decreto mille proroghe con un intervento correttivo. La motivazione? Sempre la solita: consentire il necessario periodo di adeguamento del sistema informatico.
Ce lo aspettavamo in fondo. L'ennesima proroga del Sistri, per molti di noi, non ha suscitato sorpresa ma piuttosto ha alimentato compassione verso un sistema che, ancora prima di vedere la luce, sembra già un fallimento. Il problema è solo uno: l'intera questione è stata gestita male fin dall'inizio.
Prova ne è stata un concepimento atipico e per certi versi particolarmente ombroso, una gestazione complicata e un parto tormentato con una serie di stop and go che si susseguono senza una motivazione plausibile. Insomma, questo Sistri, parte o non parte?
Lo scorso mese di maggio l'ex ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo avvertiva le imprese che sul Sistri la linea sarebbe stata durissima stabilendo, quale data inderogabile di avvio del sistema, il primo giugno 2011.
Il Sistri nasce ufficialmente nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Ambiente per permettere l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Campania. Il sistema tenderebbe a semplificare le procedure e gli adempimenti afferenti la gestione dei rifiuti riducendo i costi sostenuti dalle imprese.
Altro obiettivo del Sistri è quello di combattere le ecomafie grazie alla collaborazione di 300.000 aziende coinvolte nella produzione, smaltimento e trasporto di rifiuti speciali e pericolosi e 600.000 monitoraggi al giorno.
Il sistema dovrebbe funzionare tramite l'uso di dispositivi tecnologici e collegamenti telematici, telecamere presso gli impianti di smaltimento, chiavette usb in dotazione a qualsiasi automezzo che trasporta rifiuti e black box per il rilevamento della propria posizione. Tutto ciò con la supervisione e il monitoraggio dei carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico, presso una sala di controllo installata nei locali della Selex, società del gruppo Finmeccanica, che si occupa del tracciamento.
Un sistema particolarmente ambizioso e futuristico con un piccolo problema: non funziona.