La strada per ottenere l’agognato standard è ancora lunga e tortuosa per Microsoft, che sta profondendo enormi sforzi per far affermare il suo nuovo formato Office Open XML.
La prima consultazione, avvenuta lo scorso Settembre, è stata negativa e Redmond ha dovuto incassare un pesante rifiuto: niente standard ISO per il formato, che pure aveva passato l’esame dell’Ecma. Poi le cose hanno iniziato a migliorare notevolmente, fino agli eventi degli ultimi giorni.
Prima uno studio del Burton Group che ha decretato la superiorità dell’OOXML rispetto al suo acerrimo avversario, l’ODF (Open Document Format), il quale ha però già da tempo ottenuto lo standard ISO. Adesso, gli annunci di Microsoft su alcune novità che potrebbero rivelarsi cruciali per il successo del nuovo formato.
Anzitutto, a Redmond stanno sviluppando un traduttore che permetterà di accedere all’OOXML anche agli utenti sprovvisti di Microsoft Office. Il progetto è totalmente open source e il 15 Febbraio Microsoft renderà disponibili su SourceForge tutto il necessario per prendervi parte.
Il materiale sarà tuttavia protetto da una licenza OSP (Open Specifications Promise): in pratica, è una “promessa” da parte di Microsoft di non intraprendere azioni legali contro coloro che useranno una specifica protetta. Un modo particolare di interpretare l’open source, ma piuttosto diffuso tra le grandi aziende, se è vero che anche IBM, Sun e Adobe vi hanno fatto ricorso.
Inoltre è stata adottata una nuova strategia più “open”. Tom Robertson, general manager di Microsoft, ha infatti chiarito come quella in atto non è una gara contro l’ODF, né tantomeno contro le società che sostengono questo formato (un nome su tutti: IBM), bensì è un processo aperto che coinvolge gli interessi di tutti, per cui tutti dovrebbero partecipare al dibattito.