Con un certo stupore, si è scoperto che nella bozza del Decreto Sviluppo, secondo indiscrezioni di stampa, ci sarebbe posto per un capitolo dedicato alla telefonia mobile: in particolare, si accontenterebbero i gestori sulla modifica dei valori massimi di elettrosmog per impianti di telefonia mobile. In Italia vige infatti una legge molto restrittiva sulle emissioni di campi elettromagnetici, la più severa d’Europa.
Un limite più volte contestato dagli operatori che riportano come invece nel resto dell’Europa i limiti siano ben più alti (media di 40 Volt per metro), senza che però nessuno si lamenti particolarmente.
I nuovi limiti inseriti del Decreto Sviluppo allo studio del Governo prevedrebbero ancora il limite dei 6 Volt per metro, ma solo all’interno delle abitazioni, mentre all’esterno il nuovo limite sarà di ben 20 Volt per metro.
Come se non bastasse, questi limiti devono essere delle medie registrate nel corso di 24 ore e non più limiti rilevati nei minuti di picco. Come dire che, se in 24 ore la media è 20 Volt per metro, il picco può essere ben più elevato.
Cosa comporterà all’atto pratico questa variazione? Una volta resi operativi questi nuovi limiti, i gestori potranno aumentare le potenze dei loro i impianti offrendo ai propri utenti una maggiore qualità dei propri servizi e garandtendosi per il futuro la possibilità di installare nuove antenne senza grossi ostacoli, una manna questa vista la necessità di realizzare nei prossimi mesi le nuove reti LTE.
Ovviamente la mossa del Governo non è affatto piaciuta all’Arpa e all’Ispra che ora lanciano l’allarme sui potenziali danni alla salute della gente esposta ai campi elettromagnetici degli impianti di telefonia mobile. Si ricorda infatti che le interazioni con i campi elettromagnetici vengono catalogate dagli organismi internazionali della sanità come “potenzialmente cancerogeni per l’uomo“.