Per la crisi del debito italiano, a quanto pare la soluzione sta nel licenziamento dei lavoratori dipendenti: l’azienda è in crisi? licenziamo i lavoratori. Questo è in sintesi una delle misure contenute nella lettera di Silvio Berlusconi alla Ue.
La questione dei licenziamenti ha colpito al cuore il Paese. Ed è di questo che vogliamo parlare.
Pedine. I lavoratori italiani non sono altro che pedine: esseri umani di scarsa importanza al punto tale da essere utilizzati e sfruttati fino a quando se ne ha il bisogno e poi, quando le cose cominciano ad andare male, buttati via. In una parola licenziati. Un po' come se la causa della crisi fosse loro. Non è raro, infatti, ascoltare frasi del tipo i lavoratori dipendenti sono fannulloni, la crescita dell'Italia è bloccata perché le aziende (vale a dire i lavoratori dipendenti) non producono, i lavoratori dipendenti stanno sempre in vacanza pertanto occorre ridurre i giorni di festività .
E adesso viene presentato all'Unione Europea un piano di riforme che prevede, fra l'altro, il licenziamento facile dei lavoratori dipendenti. Ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale poiché, fino a prova contraria, sono i lavoratori dipendenti che, dal punto di vista operativo, contribuiscono alla crescita dell’azienda.
Si possono anche licenziare tutti i dipendenti. Ma poi?
Chi si occupa della produzione? Occorre assumere dell'altro personale, formarlo ed insegnarlo ossia investire. E poi lo si licenzia dopo un paio di anni? Certamente è il manager che, con le decisioni strategiche, indirizza l'impresa verso l'utile ma quello su cui vorrei puntare è il valore aggiunto dei lavoratori inteso come capitale umano.
Il capitale umano rappresenta un investimento in grado di dare i propri risultati sia nel breve che nel medio/lungo termine. E' un po' come un'immobilizzazione, un cespite, un macchinario e, come tale, ha bisogno di manutenzione periodica e costante. E, proprio come una macchina, può danneggiarsi. E allora che si fa? Cominciamo a dare calci e pugni per farla ripartire? La soluzione più ovvia è individuare il punto di break off, riparare il danno e fare ripartire il meccanismo. Nella maggior parte dei casi è sufficiente lubrificare gli ingranaggi.
La stessa cosa può avvenire anche con i lavoratori dipendenti. L'armonia tra lavoratori e azienda può saltare per qualsiasi motivo. Ma non per questo bisogna bastonare i lavoratori affinché producano di più. Nella maggior parte dei casi è sufficiente ascoltarli, comprendere il loro malessere e cercare di allentare il più possibile le tensioni. Solo in questo modo se ne potrà trarre un reciproco beneficio.