Rete Impresa Italia: proposte di internazionalizzazione ed equità  fiscale per le Pmi

di Edoardo Musicò

Pubblicato 25 Ottobre 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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Rete imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) ha detto la sua sull’attuale crisi economica che affligge il Paese, e che tocca dunque anche i due milioni e mezzo di aziende iscritte (14 milioni di addetti, 60% della forza lavoro).

Basilea 3 e accesso al credito

In tema di credito, il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, ha indicato una strada per evitare che le regole di Basilea 3 siano troppo penalizzanti: le banche, infatti, dovrebbero avere un patrimonio di vigilanza paragonato alla consistenza delle attività  investite, per evitare contraccolpi in caso di nuove crisi.

Purtoppo, più aumentano le attività , più la banca dovrebbe avere fondi di riserva adeguati e l'applicazione automatica di Basilea 3 ridurrebbe del 30% il volume di credito erogato alle aziende: ci si batte per evitare questo automatismo, con la speranza che la Commissione Europea ponderi diversamente il rischio che piccole e medie imprese affrontano, rispetto alle altre realtà  produttive.

Internazionalizzazione

Altra questione strategica è l'internazionalizzazione delle Pmi, che dipende dalla capacità  di unire politica commerciale a quella estera.

Secondo Rete Imprese Italia, mancano ancora due pilastri delle riforma: un rappresentante delle piccole e medie imprese in cabina di regia, che sostenga le esigenze delle aziende italiane che si proiettano sui mercati stranieri, e rappresentanze diplomatiche organizzate per promuovere l'iniziativa commerciale italiana nei vari Paesi.

Non si esclude dunque che Rete Impresa Italia si appoggi a piattaforme già  esistenti e a big player italiani che facciano da ponte per le Pmi italiane all'estero con reciproco vantaggio.

Pressione fiscale

Il tempo stringe e i problemi sono aggravati da una pressione fiscale media che nel 2009 era già  al 43,1 con il rischio che salga al 44,9 entro il 2014, mettendo a rischio la competitività  italiana.

Nell'audizione tenuta del presidente di Rete Imprese Italia Ivan Malavasi presso la VI Commissione Finanze del Senato, è emerso che semplificare tributi e adempimenti non basta se manca un sistema fiscale su misura di piccole e medie imprese, incentivando la capitalizzazione e l'efficienza produttiva.

Serve quindi una tassazione proporzionale per i redditi prodotti e lasciati in azienda e una forma agevolata per chi ha un volume d'affari migliore; altrimenti la pressione fiscale effettiva resterà  al 52%, con conseguenze disastrose sulla crescita.

Malavasi punta inoltre ad una collaborazione tra mondo dell'impresa ed Equitalia, per arginare il ritmo di incremento del debito nel tempo e introdurre il principio di sostenibilità  della rata.