Con glie emendamenti alla manovra finanziaria bis, alla fine hanno vinto tutti: Giulio Tremonti, contrario all'innalzamento dell'aliquota Iva dal 20% al 21%; Silvio Berlusconi, contrario al contributo di solidarietà del 5% sui redditi eccedenti i 90.000 euro e del 10% su quelli eccedenti i 150.000 euro; Pdl, contrario alle modifiche delle pensioni di anzianità ; Lega, contraria ai tagli degli enti locali. Alla fine di tutto non c'è stato il paventato aumento dell'Iva, ai ricchi non sarà toccato il patrimonio, non sarà operata nessuna particolare modifica alle pensioni né i tanto attesi e temuti tagli agli enti pubblici.
Ma allora, l'importo che manca per raggiungere i famosi 45,5 miliardi di euro che serviranno all'Italia entro il 2013, chi lo paga?
Tanto per cominciare le parti citate dichiarano di essere soddisfatte dell'evoluzione della trattativa sostanzialmente per due motivi: primo perché è stata decisa di comune accordo la soppressione di tutte le province e la riduzione dei parlamentari e secondo perché, a quanto pare, le modifiche apportate risultano essere a saldi invariati. Nello specifico si procederà alla soppressione totale delle Province. Salvi, invece, i piccoli Comuni per i quali si prevede l'obbligo di gestire i servizi in forma associata.
Peccato che in tutto questo siano stati omessi due piccoli dettagli che ribalterebbero il valore dei loro accordi stipulati dopo un lungo vertice ad Arcore, all'interno dell'abitazione del Premier, durato ben sette ore. In merito al primo punto vero è che si è deciso di sopprimere tutte le province e ridurre i parlamentari. Peccato però che per procedere in tal senso sia necessaria una legge costituzionale che, ovviamente, ha tempi molto più lunghi (e soprattutto incerti) rispetto ad un tradizionale decreto legge.
Quanto al secondo punto vero è che le modifiche apportate risulteranno a saldi invariati ma solo se si riuscirà a trovare copertura altrove e questo avverrà inevitabilmente infilando le mani nelle tasche dei contribuenti: imprenditori, liberi professionisti e dipendenti pubblici e privati.
Buona parte della copertura necessaria potrà arrivare dalle pensioni il cui accordo prevede il vincolo delle uscite con il solo canale contributivo a 40 anni effettivi di servizio (per il calcolo dell'anzianità di servizio non saranno più computati i riscatti di laurea e il servizio militare). E quello che manca? Staremo a vedere.