I suggerimenti erano stati tanti: Confindustria chiedeva meno tasse entro questa legislatura, Mario Draghi suggeriva di ridurle in capo ai lavoratori, l’opposizione reclamava una soluzione che non penalizzasse imprese e lavoratori. E il Governo cosa ha fatto? Ha varato una manovra finanziaria 2011 esattamente contraria a quel che tutti chiedevano e si aspettavano.
Ticket su visite specialistiche e analisi, bollo per auto di grossa cilindrata, taglio delle agevolazioni fiscali del 5% dal 2013 e del 20% dal 2014 e, dal prossimo 1 gennaio 2012, un ennesimo aumento dei prezzi della benzina.
E il responsabile di tutto ciò non è altro che il governo, che ha voluto confermare gli aumenti delle aliquote di accisa sui carburanti disposti dalla determinazione del direttore dell'Agenzia delle Dogane n. 77579 del 28 giugno scorso.
Le accise sono imposte indirette che colpiscono determinati prodotti energetici o di origine alcolica nel momento della produzione o della vendita. Tali imposte risultano essere a carico dei produttori i quali, aumentando i prezzi di vendita, le ribaltano ai consumatori finali.
L'obbligazione tributaria delle accise sorge nel momento della fabbricazione del bene. Tuttavia, il bene prodotto gode di un periodo, denominato regime sospensivo, fino a quando non viene immesso al consumo. Da quel momento decorre l'esigibilità dell'imposta.
Il dato particolarmente allarmante, quindi, è che, limitatamente all'acquisto della benzina, i consumatori finali si trovano a dover sostenere una ulteriore spesa a titolo di accise. E le accise che gravano sui carburanti in Italia non sono poche. Basti pensare che ad alimentare il prezzo della benzina contribuiscono le accise per la guerra in Abissinia del 1935, per la crisi di Suez del 1956, per il disastro del Vajont del 1963, per l'alluvione di Firenze del 1966, per il terremoto del Belice del 1968, per quello del Friuli del 1976 e per quello dell'Irpinia del 1980. Fino ad arrivare alle accise per la missione in Libano del 1983, a quelle per la missione in Bosnia del 1996 e per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
Dal prossimo anno, come da disposizione, le accise subiranno un aumento e a pagarle saranno soltanto i consumatori finali. Non si vuole, comunque, sindacare sulle scelte del governo in merito alle modalità più o meno inique di fare gettito ma piuttosto ci si chiede a che scopo gli italiani sono ancora chiamati, dopo tanti anni, a sovvenzionare la guerra in Abissinia del 1935 o le missioni in Libano del 1983?