L’AGCOM ha approvato la tanto contestata delibera sul Copyright quasi all’unanimità . Lo schema della delibera approvato il 6 luglio è sostanzialmente simile a quanto emerso in anteprima in queste ultime settimane, anche se sono emerse alcune importanti novità .
Una premessa: la delibera approvata è stata in queste settimane oggetto di forti polemiche: in particolare si accusava l’AGCOM di arrogarsi poteri che di fatto non può possedere essendo solo un organo amministrativo.
In origine la bozza prevedeva che i proprietari dei diritti d’autore, qualora avessero ravvisato una violazione del Copyright, avrebbero potuto effettuare una segnalazione all’AGCOM per richiedere la rimozione del contenuto incriminato: qualora il contenuto in discussione non fosse stato subito rimosso dalla rete, l’AGCOM avrebbe potuto intervenire in più fasi per forzare l’eliminazione di esso dalla rete.
L’AGCOM, dunque, nonostante le forti critiche, ha cercato di limare solo alcuni aspetti, forse nel tentativo di mitigare i contrasti con gli oppositori. Vediamo ora alcuni dettagli. La procedura che verrà seguita per proteggere il diritto d’autore sarà la seguente:
- In caso di denuncia, il gestore del sito incriminato avrà 4 giorni per rimuovere il contenuto contestato.
- Qualora il contenuto non venisse rimosso dal sito verrà avviato un contraddittorio tra AGCOM e il gestore del sito della durata di 10 giorni a cui potrà seguire la richiesta di rimozione del contenuto entro 20 giorni (prorogabili).
E’ interessante il fatto che l’AGCOM cambi direzioni e non intenda più considerarsi al di sopra dell’autorità giudiziaria, ma solo come alternativa. Come per tutte le delibere dell’AGCOM sarà dunque possibile effettuare un ricorso al Tar del Lazio qualora i soggetti interessati non giudicassero corretto l’intervento dell’autorità .
L’AGCOM inoltre ci tiene a sottolineare che non procederà mai direttamente in alcun caso all’inibizione dell’accesso ai siti internet, come invece sembrava dalle prime bozze della delibera.
Qualora inoltre il contenuto incriminato fosse su un sito estero, l’AGCOM non interverrà direttamente ma lancerà una serie di warning. Solo successivamente, dopo molti avvisi, l’AGCOM potrebbe rivolgersi alla magistratura per avviare le procedure del caso.
Infine, sono state inserite nel testo della delibera anche alcune precise garanzie:
- non si rivolge all’utente finale, né interviene sulle applicazioni peer-to-peer;
- non limita la libertà di espressione e di informazione, ma assicura piena garanzia dei diritti di cronaca, commenti, e discussione o di diffusione a fini didattici e scientifici, nonché ogni uso non lesivo
del normale sfruttamento dei contenuti; - non lede alcuna garanzia di contraddittorio tra le parti coinvolte, prevedendo in tal senso tempi adeguati nell’interesse di tutte le parti coinvolte;
- inoltre, differentemente da quanto avviene nella maggior parte dei Paesi europei, in caso di upload, l’uploader riceverà l’avviso di notifica e potrà avviare la procedura di contro notifica.
La delibera AGCOM passa ora alla fase della consultazione pubblica che durerà 60 giorni e successivamente si procederà alla messa in esecuzione vera e propria.
Gli oppositori sono comunque già pronti con ricorsi al Tar del Lazio e all’Unione Europa per bloccare questa delibera che per molti va a compromettere la libertà della rete.