Decreto Sviluppo: novità  in materia di accertamento e riscossione

di Roberto Grementieri

Pubblicato 14 Giugno 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:45

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Fisco e aziende: un rapporto controverso, che la normativa più recente sta cercando di armonizzare.

Per ridurre il peso della burocrazia che grava sulle imprese, per esempio, il Decreto Sviluppo prevede una serie di semplificazioni ad ampio spettro.

Accertamento

In base alla nuova normativa, le indagini amministrative in forma di accesso possono essere operate al massimo con cadenza semestrale e non possano durare più di 15 giorni.

Gli atti compiuti in violazione di ciò costituiscono, per i dipendenti pubblici, illecito disciplinare.

Riscossione

Sono poi stati previsti altri aggiustamenti delle norme, al fine di semplificare, uniformare ed accelerare le procedure di riscossione e iscrizione a ruolo delle somme dovute.

In particolare, si è disposta l'introduzione di misure di semplificazione in tema di riscossione di contributi previdenziali risultanti da liquidazione, controllo e accertamento delle
dichiarazioni dei redditi.

In relazione al cosiddetto principio del “solve et repete” – e nel caso in cui ci si trovi in presenza di richiesta di sospensione giudiziale degli atti esecutivi – non si procederà  all'esecuzione fino alla decisione del giudice, e comunque per 120 giorni.
Ciò non vale nel caso di azioni cautelari e conservative e di ogni altra azione prevista dalle norme ordinarie a tutela del creditore.

Per quanto riguarda la sanzione amministrativa del 30%, essa non si applicherà  in caso di omesso o tardivo versamento delle somme dovute sulla base degli accertamenti esecutivi.

Infine, è stato abolito l’obbligo di comunicazione telematica (il cosiddetto spesometro) da parte dei contribuenti per acquisti d’importo superiore ad euro 3.600 in caso di pagamento con carte di credito, prepagate o bancomat.