Reti di imprese: agevolazioni fiscali su accantonamento utili

di Nicola Santangelo

Pubblicato 9 Giugno 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:40

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Reti di imprese e benefici fiscali vanno di pari passo.
L'obiettivo è il completamento effettivo del programma comune di rete asseverato e, per fare questo, la normativa agevola la realizzazione degli investimenti individuati dal programma stesso. In tal senso è previsto che gli utili accantonati ad apposita riserva per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma di rete concorrono alla formazione del reddito nell'esercizio in cui la riserva è utilizzata per scopi diversi dalla copertura di perdite di esercizio ovvero in cui viene meno l'adesione al contratto di rete.

Non si tratta, quindi, di una detassazione degli utili ma piuttosto di una vera e propria sospensione d'imposta sugli utili accantonati a riserva.

L'ha chiarito la circolare 15/E/2011 dell'Agenzia delle Entrate specificando che, ai fini dell'individuazione degli investimenti, possono considerarsi ammissibili i costi sostenuti per l'acquisto o l'utilizzo di beni e servizi, i costi per il personale ovvero i costi relativi a beni, servizi e personale messi a disposizione da parte delle imprese aderenti al contratto di rete.

E' importante produrre adeguata documentazione amministrativa e contabile al fine della dimostrazione che i costi siano sostenuti per la realizzazione degli investimenti previsti dal programma comune di rete asseverato.

Il contratto di rete è stato introdotto dal Decreto incentivi del 2009 e prevede la possibilità  per le aziende di creare intese condividendo obiettivi e strategie, scambiando informazioni e servizi ma senza sacrificare la propria indipendenza. Deve essere stipulato tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata e prevede l'istituzione di un fondo comune patrimoniale. Gli utili reinvestiti in tale fondo, come abbiamo già  visto, godono di un'agevolazione fiscale fino ad un milione di euro.

Recentemente l'Aip, l'Associazione Italiana Politiche industriali, ha stilato una classifica contenente nove tipologie differenti per fare rete. Fra queste emergono le Reti baricentriche nelle quali emerge la figura di un'azienda leader di media o grande dimensione che promuove e organizza le collaborazioni produttive; Reti professionali i cui soggetti sono professionisti e knowledge workers indipendenti; Reti associative il cui obiettivo è quello di sviluppare servizi rivolti ai propri associati; Reti territoriali i cui soggetti prevalenti sono enti pubblici e territoriali, camere di commercio e associazioni imprenditoriali.