Le Pmi italiane sono particolarmente coinvolte dal recente decreto 70/2011, noto a tutti come Decreto Sviluppo, il cui obiettivo è quello di ridurre di adempimenti a loro carico. Assistiamo, fra l'altro, all'eliminazione della scheda carburante nei casi in cui il pagamento avviene con carta di credito, all'innalzamento degli importi minimi per poter riepilogare le fatture passive e all'innalzamento dei limiti assoluti di ricavi per permanere nel regime di contabilità semplificata. Ma vi è anche una norma che potrebbe cambiare un fondamentale principio contabile: quello della registrazione dei ratei e dei risconti.
L'importanza della rilevazione contabile di ratei e risconti non è irrilevante poiché solo in questo modo è possibile inserire in bilancio costi e ricavi di competenza dell'esercizio corrente la cui manifestazione è avvenuta o avverrà in altri esercizi. Nel momento in cui il dl Sviluppo dà origine ad una deroga alle regole sulla competenza vi è il rischio che questo fondamentale principio regga in maniera parziale. Ma c'è di più: potrebbe essere il pretesto per dare avvio a numerosi contenziosi tra imprese e Fisco.
In sostanza gli imprenditori ammessi al regime di contabilità semplificata potranno dedurre nell'esercizio in cui è stato ricevuto il documento i costi siano di importo non inferiori a 1.000 euro relativi a contratti con corrispettivi periodici che riguardano spese la cui competenza ricade su due periodi di imposta.
Da ciò è facile intuire come la normativa in questione rappresenti l'antitesi di quanto specificato dall'articolo 109 del Tuir il cui primo comma sancisce che i ricavi, le spese e gli altri componenti positivi e negativi concorrono a formare il reddito nell'esercizio di competenza.
A conti fatti, con l'applicazione del Decreto Sviluppo, sarà possibile, in sede di bilancio, non rilevare eventuali ratei o risconti derivanti, ad esempio, dalla contabilizzazione dei premi assicurativi o dei fitti passivi.