Ricevere un’offerta di lavoro di questi tempi può essere un evento raro, ragion per cui, molto spesso, chi viene assunto accetta la prima proposta che gli viene prospettata durante il colloquio, senza cercare di contrattarne una più conveniente, soprattutto in termini di retribuzione.
Atteggiamento comprensibile ma non appropriato. Secondo un sondaggio di CareeBuilder.it, trattare è possibile!
Secondo il survey, oltre la metà dei datori di lavoro (54%) dichiara di lasciare la sala di negoziazione con la prima offerta proposta al candidato.
Il comprensibile timore da parte di chi cerca un impiego nel contrattare l’offerta non appare tuttavia giustificato: il 14% dei datori di lavoro non si fa un’opinione migliore di chi non contratta. Inoltre, ben il 60% afferma di non ricevere controproposte neppure in caso di proposta offerta aumenti di salario a personale già assunto.
Cosa fare se il datore di lavoro rifiuta la contro-proposta economica? Prima di rinunciare al lavoro, meglio valutare altri elementi oltre al denaro, come ad esempio l’ambiente di lavoro e le opportunità che offre. Inoltre, se proprio non si può parlare di un aumento della paga, magari il datore di lavoro si può mostrare disponibile nel contrattare altri elementi, quali incentivi, bonus e giorni di ferie.
Nello specifico, i datori di lavoro consultati nel sondaggio si dichiarano aperti a negoziare: orari di lavori flessibili (46%), opportunità di formazione (39%), bonus (8%), giorni di ferie (8%), rimborso accademico (8%) e possibilità di telelavoro (6%).
Quali i metodi più efficaci per contrattare un’offerta di lavoro?
Innanzitutto è importante poter dimostrare il proprio valore: quasi la metà dei datori di lavoro vuole infatti vedere lo storico dei candidati, mentre per chi è già assunto diventa importante poter esibire i propri successi e sottolineare la propria qualifica.
Per il 33% del campione sono importanti le referenze positive, soprattutto nel caso si richieda un aumento del salario, così come le conoscenze in merito allo stipendio medio elargito per la propria figura professionale, ovvero conoscere il proprio valore sul mercato.