Non è sempre semplice in azienda il connubio tra tecnologia e rispetto per l’ambiente. Nonostante il decreto RAEE sulla corretta gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (pensato per “limitare i danni”, almeno a livello di smaltimento), sono ancora troppi gli impedimenti e le inadempienze, sia in ambito privato che aziendale.
Ma le cose stanno cambiando, come testimoniano i numeri diffusi da CDCper il 2010 nell’ambito del programma Ecodigitale.
La lodevole iniziativa, mirata allo smaltimento ecocompatibile dei prodotti IT dismessi, ha portato lo scorso anno infatti al recupero di oltre 30.000 materiali informatici tra computer, stampanti e periferiche.
Uno strumento che trova il suo punto di forza nel fatto di essere comodo, gratuito e a norma di legge, qualsiasi sia la marca o il modello dei prodotti in questione; è sufficiente portare la merce presso qualsiasi Computer Discount presente sul territorio.
I dati relativi allo smaltimento appaiono decisamente incoraggianti, con un recupero di oltre il 93% del materiale tecnologico trattato; nel 2010 il programma Ecodigitale ha garantito il recupero di periferiche IT in genere (19,7%), schede elettroniche (16,7%), UPS (13,9%) e alimentatori di PC (10,2%), seguiti da hard/floppy disk (8,6%), personal computer/notebook (8,5%) e case (8,3%).
Inoltre, CDC è attivamente impegnato nella produzione di Pc “a chilometri zero”, pensati per tagliare le emissioni di CO2 legate al trasporti di materiale elettronico (60.000 pezzi ogni anno). Si tratta di un costo per l’ambiente spesso sottovalutato, ma non per questo trascurabile, viste le migliaia di chilometri che i componenti informatici effettuano nei lunghi trasporti dai paesi dell’estremo oriente.