Crescono i fallimenti delle imprese italiane

di Roberto Rais

Pubblicato 18 Marzo 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:40

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PMI.it ha seguito negli ultimi mesi l’andamento delle procedure fallimentari avviate in Italia nel corso del 2010, sulla base dei dati forniti dal Cerved Group: l’incremento delle insolvenze è circa un quinto rispetto a quelle riscontrate durante il precedente esercizio.

I fallimenti delle aziende italiane nel 2010 sono dunque cresciuti del 20% rispetto al 2009, per un totale di circa 11mila nuovi avvii di procedure fallimentari e una media giornaliera di 30 insolvenze circa, il livello più elevato dalle ultime modifiche alla normativa sulla crisi di impresa.

L’unica nota positiva dei dati Cerved – Osservatorio trimestrale sulla crisi di impresa – sembrerebbe rappresentato dall’andamento dei fallimenti nel corso nel quarto trimestre 2010: i fallimenti sarebbero calati di 8,8 punti percentuali su base destagionalizzata, anche se – di contro – sembrano crescere i ricorsi ad altre forme di risoluzione della crisi di impresa non riconducibili al fallimento.

Per quanto riguarda i settori più colpiti dal fenomeno, il record spetta a quello manifatturiero, che annovera circa 5mila fallimenti tra il 2009 e il 2010. Male anche il settore delle costruzioni, che occupa il secondo gradino di questo ben poco invidiabile podio.

Sul fronte delle aree geografiche maggiormente interessate dai fallimenti, la Lombardia è di gran lunga la Regione con il più elevato numero di procedure giudiziarie di accertamento della crisi di impresa, con 28,1 insolvenze ogni 10 mila imprese giudicate operative.

Sul lato opposto della classifica vi è invece la Val d’Aosta, con un tasso di insolvenza di 6,7 imprese ogni 10 mila. In generale, è il Centro – Sud ad occupare i posti più bassi della lista: la giustificazione sembra poter ben essere ricondotta alle caratteristiche dimensionali delle imprese del Mezzogiorno e delle Isole, con una frequente diffusione delle microimprese e di attività  imprenditoriali escluse dal perimetro fallimentare.

Pochi dubbi sembrano infine esserci per quanto concerne le cause che stanno conducendo a una nuova esplosione del fenomeno: ritardo dei pagamenti – anche della pubblica amministrazione, ristrettezze creditizie da parte degli istituti di credito e una diffusa crisi di liquidità  sembrano servire un piatto molto freddo per le imprese tricolori.

Per approfondimenti, leggi anche il Report Cerved: Caratteristiche delle imprese, governance e probabilità  di insolvenza