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L’Enterprise 2.0 funziona anche per le Pmi italiane?

di Stefano Besana

Pubblicato 29 Settembre 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

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Enterprise 2.0, nuove tecnologie e media sociali: tutti argomenti tanto attuali quanto ancora oscuri (da applicare) per molte Pmi italiane. Eppure, nell’immediato futuro potrebbe essere proprio la conoscenza di questi elementi a decretare il successo o il fallimento di un’impresa.

Chi sente citare questi concetti molto spesso pensa si tratti di processi e tecnologie dedicate esclusivamente a chi si occupa di innovazione o a una cerchia ristretta di persone, “guru” dell’Informatica. Non è così! Si tratta infatti di soluzioni molto più concrete di quel che si potrebbe pensare.
Ma che cos’è l’Enterprise 2.0? Secondo la definizione di Andrew McAfee è:

l’uso di piattaforme di social software in modo emergente all'interno delle società  o tra le società  ed i loro partner e clienti

Queste “piattaforme sociali”, secondo l’approccio di Andrew McAfee, sarebbero in grado di garantire migliori processi di collaborazione, maggiore partecipazione e innovazione all’interno delle aziende che le adottassero.

Per capire veramente ciò di cui stiamo parlando è sufficiente cominciare a prestare attenzione i numerosi casi di successo di cui si legge in Rete: le soluzioni adottate potrebbero non essere troppo dissimili dalla vostra.

Si tratta di mosche bianche? No, o meglio non del tutto. Si tratta di imprese che hanno scelto di scommettere, di investire e muoversi in un settore che rimescola di continuo le carte ma che promette (e garantisce) grossi miglioramenti da molti punti di vista, non ultimo quello dei processi lavorativi.

Si tratta quindi di un cambiamento culturale ancor prima che tecnologico, un cambiamento che parte dalle persone ancor prima che dalle “macchine”.