Bilancio in rosso: licenziamento in vista?

di Nicola Santangelo

Pubblicato 2 Marzo 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:41

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Che la crisi economica sia ormai un evento superato sono in tanti a sostenerlo. Resta il fatto che le imprese, ora più che mai, stanno valutando gli effetti della recessione. &201; infatti il bilancio dell'esercizio che traccia il quadro sullo stato di salute dell'impresa. In questo modo è possibile esaminare le scelte del management partendo dai risultati conseguiti.

Una cosa è certa: molte aziende avranno un bilancio 2009 in rosso e l'imprenditore sarà  costretto a inventarsi nuove strategie. Il progetto più immediato è quello del taglio dei costi. Si osserva attentamente il conto economico, si analizzano i conti e si traccia il business plan. Si cerca, quindi, di individuare la voce di costo che incide maggiormente. Basta una rapida occhiata. Non c'è dubbio: il personale.

Tagliare il personale è sicuramente la soluzione più semplice da adottare poiché riduce drasticamente i costi ma non sempre restituisce il risultato atteso. Anche perché non bisogna intendere il personale come un insieme di uomini addestrati a compiere le medesime azioni quotidiane. Il personale è un investimento e licenziare il proprio personale equivale a dismettere il macchinario più importante dell'impresa.

L'imprenditore dovrà , quindi, valutare altre strategie il cui feedback sarà  più lungo ma che saranno risolutive per le sorti dell'impresa. Dovrà  incrementare le vendite e questo potrà  avvenire attraverso un attento processo di analisi del territorio. Individuare nuove aree di sviluppo del proprio prodotto o ponderare il lancio di nuovi prodotti che possano risultare competitivi sul mercato.

Tullio Chiminazzo, nel libro Crisi, ricchezza, povertà . Nuovi modelli di sviluppo per affrontare la crisi e costruire nuovi scenari intende la crisi come un'opportunità  designandola come il risultato evidente di un processo di decadenza valoriale progressivo, la conseguenza di uno stato degenerativo di malattia del corpo sociale fino a un punto decisivo di non ritorno.

Ecco perché la crisi non va considerata come un punto di arrivo ma piuttosto un punto di partenza, il microclima ideale per la formazione di nuove idee imprenditoriali. Di contro, le perdite di bilancio non si fronteggiano con la chiusura degli stabilimenti. Più grande sarà  la perdita, più audace dovrà  essere l'idea.