Molti contribuenti ignorano gli obblighi relativi alla tassa sui rifiuti. Un tributo comunale che devono invece corrispondere tutti, compresi imprese e professionisti.
I soggetti passivi della TARSU, innanzitutto, devono denunciare al Comune l’occupazione dei locali, redatta sui modelli forniti dai Comuni, ovvero deve contenere tutte le indicazioni stabilite dalla legge.
Tra queste ricordiamo (nel caso in cui soggetto passivo sia una impresa) le generalità della persona fisica, società o altro ente che occupa l’immobile, e quelle dei loro rappresentanti legali; le informazioni su locali e aree, l’ubicazione, la superficie e la destinazione dei singoli locali ed aree.
Per i locali censiti in catasto nelle categorie A, B e C, la superficie non può in ogni caso essere inferiore all’80% di quella indicata nel certificato catastale; le ripartizioni interne vanno indicate quando le superfici sono soggette a regimi fiscali differenziati.
La dichiarazione va firmata da uno dei coobbligati in solido o dal rappresentante legale o negoziale.
In caso di mancata sottoscrizione è applicabile il principio secondo il quale la dichiarazione non sottoscritta è nulla, ma la nullità può essere sanata sottoscrivendola nel termine assegnato dall’ente impositore.
La dichiarazione può essere presentata al comune, ovvero spedita con raccomandata con avviso di ricevimento.
La denuncia di cessazione può essere trasmessa in qualsiasi momento.
Se la denuncia è presentata nello stesso anno della cessazione, il contribuente ha diritto allo sgravio dal primo giorno del bimestre solare successivo a quello della denuncia.
In caso di denuncia tardiva, la tassa non è dovuta per le annualità successive se il contribuente dimostra di non aver continuato l’occupazione, o che la tassa è assolta da altro contribuente.
Ricordiamo che la denuncia di una nuova occupazione in sostituzione di un’altra non equivale a denuncia di cessazione del locale abbandonato.