Le Pmi focalizzano sempre più l'attenzione sull'esigenza di proteggere i propri dati. Che sia l’attacco di un virus o “semplicemente” un hard disk corrotto, la perdita dei dati in una piccola impresa può comprometterne lo sviluppo non soltanto economico. Le procedure di backup, croce e delizia delle imprese, sono oggetto di numerosi monitoraggi da parte del piccolo imprenditore per individuare sistemi più innovativi e veloci per la memorizzazione e l'archiviazione dei dati.
E' consuetudine ormai, anche nelle piccole imprese, destinare all'Information Technology una o più risorse che svolgano prettamente ruoli di addetto alla sicurezza dei dati e della rete aziendale. Alle risorse si affianca il costante tentativo di ottenere un'ampia automazione dei processi IT, come backup automatici che registrano regolarmente l'intero contenuto dell'hard disk su nastri magnetici. Questo anche a causa del continuo aumento del Cybercrime (è stimato un furto d'identità ogni tre secondi).
Molte imprese come Symantec hanno individuato il loro core business nella raccolta e analisi di dati di intelligence sulla sicurezza. Il Symantec Global Intelligence Network, raccoglie queste informazioni da un'ampia varietà di fonti tra cui oltre 40.000 sensori che monitorizzano le reti in più di 180 Paesi.
Purtroppo, nelle Pmi il budget destinato al controllo rischi è particolarmente basso. Alcune imprese non utilizzano neppure un antivirus, altre non installano un aggiornamento da diverso tempo. Il rischio è elevato tanto per le piccole imprese quanto per le grandi multinazionali. E' di qualche giorno fa, infatti, la notizia dell'attacco di phishing da parte di criminali informatici verso Google e Hotmail.
Da uno studio condotto da Symantec è stato accertato che la maggior parte delle imprese non prevedono il cosiddetto test di Disaster Recovery a causa della mancanza di tempo e di personale e per non impedire l'interruzione delle attività ai dipendenti. Altro fattore determinante è il già citato budget messo a disposizione.