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eCommerce B2C: focus sulla realtà  italiana

di Marco Mattioli

Pubblicato 7 Ottobre 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

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L’eCommerce B2C (Business to Consumer) rappresenta uno strumento tecnologicamente avanzato, tipicamente inteso come il complesso delle transazioni per lo scambio commerciale via Web di servizi e beni di vario genere, tra aziende e consumatori finali. Può perciò essere preso in esame come indicatore dello stato di crisi che sta attraverso l’economia mondiale.

Il rapporto 2008 “L’eCommerce B2c in Italia: una crescita che sfida la crisi” redatto dallo School of Management del Politecnico di Milano, costituisce quindi un contributo per cercare di inquadrare anche l’andamento del nostro Paese, prendendo in considerazione diversi punti di osservazione. L’obiettivo primario è stato quello di valutare il crescente fenomeno di digitalizzazione del mondo in cui vive il consumatore italiano in termini di stile di vita, in particolare rispetto a Mobile, Internet e TV.

Sono state considerate quattro specifiche aree tematiche:

  • La dinamica del mercato italiano dell’eCommerce, soprattutto dal lato offerta;
  • Le attività  di comunicazione, pagamenti e logistica, affrontando anche il fenomeno delle frodi online;
  • Un raffronto con lo scenario internazionale;
  • L’analisi dei principali comparti: turismo, informatica ed elettronica di consumo, assicurazioni, abbigliamento, editoria, musica ed audiovisivi.

Il mercato 2008 è stato trainato ancora una volta dal turismo, cresciuto con un tasso superiore al valore medio. Anche il settore dell’abbigliamento ha conosciuto una crescita e ha tratto giovamento dall’innovazione nelle proposte e dallo sbarco di alcune grandi firme. Il trend positivo non impedisce però di sottolineare il divario ancora esistente rispetto agli altri principali Paesi europei ragionando sul valore assoluto dell’eCommerce, pari ad esempio ad un decimo rispetto alla Gran Bretagna ed un terzo rispetto alla Francia. Se si considera poi l’eCommerce rispetto al totale di vendite ai consumatori finali si ottiene un valore pari all’1% (esprimibile in circa 6 miliardi di euro), rispetto a valori che variano dal 3% al 10% negli altri Paesi.

Le ragioni di tale situazioni vengono solitamente ricercate nei limiti di diffusione di Internet e banda larga che tuttora si riscontrano in Italia, oltre che nei costi elevati della logistica distributiva e nella diffusa diffidenza verso l’utilizzo della carta di credito. Appare inoltre evidente un’offerta insufficiente in alcuni settori, quali prodotti per la casa, auto e accessori, gastronomia e vino, decisamente presenti invece in altri Stati.

Circa il 50% delle vendite online italiane è generato da operatori multicanale, che si affidano cioè a più di un canale per proporre beni e servizi ai consumatori finali. Di solito al canale online viene affiancato quello telefonico ed in casi meno frequenti subentrano anche punti di vendita tradizionali. Si fa invece ancora scarso uso di cellulari, SMS e più in generale di siti progettati per i device mobili. Per accelerare lo sviluppo dell’eCommerce si rende necessario uno snellimento ed una personalizzazione delle procedure di acquisto, migliorando sul piano qualitativo le modalità  con le quali vengono presentati i prodotti.

Non va poi tralasciato l’impatto positivo del Web 2.0, specialmente nelle aree dell’editoria e dell’informatica ed elettronica di consumo, con la sua propensione a generare opinioni e ad influenzare le scelte dei potenziali acquirenti. Una lieta sorpresa giunge dalla diminuzione delle frodi online, considerate come contestazioni delle transazioni da parte dei titolari di carte di credito.