Poco prima della pausa estiva sono stati emanati ben due provvedimenti relativi alla prestazioni energetiche ed alle modalità di certificazione energetica degli edifici:
- Dpr 59 del 2 aprile 2009 – Regolamento che definisce le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici;
- Decreto 26 giugno 2009 – Linee guida per la certificazione energetica degli edifici. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 158 del 10 luglio 2009;
In sostanza, anche gli edifici al pari degli elettrodomestici saranno classificati in base ai loro consumi energetici.
I costanti rincari del costo dell’energia hanno reso necessario lo sviluppo di programmi, a partire dalla Comunità Europea, per promuovere ed attuare politiche attive di risparmio energetico anche nel settore dell’edilizia.
L’Attestato di Certificazione Energetica (ACE) potrebbe essere considerato uno strumento adeguato per la riduzione progressiva dei consumi energetici e per una valutazione più adeguata del mercato immobiliare: un edificio che in base al suo consumo energetico, si dimostri “virtuoso” dovrebbe assumere sul mercato un valore “diverso” rispetto ad altri che non rispondano ai suddetti requisiti.
Dall’1 luglio 2009 dunque è scattato l’obbligo di redigere l’Attestato di Certificazione Energetica (ACE) per le unità immobiliari, come previsto dall’art. 6 comma 1-bis del Dlgs 192/2005, mentre le nuove norme del Regolamento, definiscono le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici, applicando sia all’edilizia pubblica che privata e alle ristrutturazioni di edifici esistenti, le norme tecniche nazionali della serie UNI/TS 11300.
Ad ogni buon conto i due provvedimenti non sembrano, al momento, essere “sufficienti” a chiudere il cerchio del percorso di certificazione: mancherebbe ancora all’appello il regolamento che determini i criteri di accreditamento degli esperti a cui affidare la certificazione energetica.
Nel frattempo il nostro paese rischia (le solite) sanzioni dalla Comunità Europea, per aver abolito l’obbligo di allegare l’Attestato di Certificazione Energetica agli atti di compravendita degli immobili, pur mantenendo l’obbligo di redigerlo.
Il nostro sistema normativo, anche in questo caso, assume “similitudini” inquietanti con taluni sistemi operativi che vanno continuamente “rappezzati” per assicurarne l’efficienza. A quando la patch sui certificatori energetici?