Italiani (ancora) popolo di inventori? Certamente in questo periodo il Made in Italy ce la mette veramente tutta per mantenere vivo, soprattutto a livello mondiale, l'interesse (e la propensione all'acquisto) dei prodotti italiani.
L'abbinamento tra tradizione e creatività , da parte delle Pmi italiane, viene utilizzato per riacquisire o consolidare quote di mercato che si sono ridotte con la crisi o per partire alla conquista di nuovi mercati.
Certamente la creatività e l'innovazione giocano sempre più un ruolo determinante nella capacità competitiva delle imprese ed in particolare delle Pmi, anche se recentemente gli indicatori che in qualche modo “misurano” la genialità imprenditoriale italiana, e cioè il numero di brevetti registrati, hanno segnalato qualche cedimento.
Segnali di crisi di identità del genio nostrano? Oppure consolidamento di modalità di sfruttamento della proprietà intellettuale “alternative” rispetto alle soluzioni tradizionali che soffrono, probabilmente, anche della diminuita capacità di tutela rispetto alla evoluzione dei mercati sempre più globali dove molto spesso opera una concorrenza non proprio leale?
Oltre alla difficoltà di avere buone idee, le imprese, soprattutto le Pmi, incontrano (non pochi) problemi sia per quanto riguarda la possibilità di tradurre l'idea in un brevetto ottenendone quindi la relativa tutela, che per quanto riguarda il successivo sfruttamento sul piano economico e finanziario di quelli eventualmente ottenuti.
Su entrambi i piani sono state avviate iniziative volte a rendere più agevole il percorso per l'ottenimento dei titoli necessari alla tutela della proprietà industriale per le PMI, incentivando l'avvicinamento tra le piccole e micro imprese e settore della ricerca (due mondi che spesso faticano a comunicare e comprendersi) oltre a consentirne l'uso da parte delle PMI per ottenere finanziamenti; Si affilano inoltre le armi con interventi normativi che hanno l'obiettivo di rafforzare la tutela dei titoli di proprietà industriale.
Le Pmi, da sempre, si muovono in un contesto nazionale ed internazionale in cui “la necessità aguzza l'ingegno”; allora ci si augura che queste risposte alla crisi (soprattutto di idee) consentano il ritorno del grande “genio” delle PMI italiane, magari adeguatamente tutelato e promosso in modo più efficace.