Crisi economica, il rilancio delle Pmi passa dalla riduzione degli oneri amministrativi

di Davide Di Felice

Pubblicato 3 Luglio 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:42

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Con ladirettiva del 18 giugno 2009 (Gazzetta UE del 26 giugno) il Consiglio e il Parlamento europeo hanno sottolineato l'importanza della riduzione degli oneri amministrativi per stimolare l'economia europea, specialmente in considerazione dei benefici per le società  di piccole e medie dimensioni.


Gli organi comunitari hanno evidenziato la necessità  di un forte sforzo congiunto sia da parte dell'Unione europea che degli Stati membri per ridurre gli oneri amministrativi.
In particolare, la contabilità  e la revisione contabile sono state individuate come settori in cui gli oneri amministrativi che gravano sulle società  nella Comunità  possono essere ridotti.

Le società  di piccole e medie dimensioni sono spesso soggette alle stesse norme che si applicano alle società  più grandi, ma le loro specifiche esigenze in materia contabile sono state raramente analizzate. In particolare, le società  sono preoccupate del crescente numero di prescrizioni in materia di comunicazione.

La moltiplicazione delle norme in materia di informativa finanziaria crea oneri finanziari e può ostacolare l'utilizzo efficiente dei capitali a fini produttivi.

La direttiva 83/349/CEE impone alle imprese madri di redigere conti consolidati anche se l'unica impresa figlia o tutte le imprese figlie nel loro insieme presentano un interesse irrilevante ai fini dell'articolo 16, paragrafo 3, di tale direttiva.
Ne consegue che dette imprese rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento (CE) n. 1606/2002 e che, pertanto, sono tenute a redigere bilanci consolidati secondo gli IFRS.
Tale obbligo è considerato oneroso nel caso delle imprese madri che abbiano solo imprese figlie che presentano un interesse irrilevante.

Pertanto, un'impresa madre dovrebbe essere esentata dall'obbligo di redigere conti consolidati e la relazione consolidata sulla gestione qualora essa abbia solo imprese figlie che presentino, individualmente e nel loro insieme, un interesse irrilevante.

Anche se è opportuno eliminare tale obbligo statutario, le imprese madri dovrebbero continuare a poter redigere di propria iniziativa conti consolidati e una relazione annuale consolidata.

Poiché l'obiettivo della direttiva, vale a dire ridurre gli oneri amministrativi derivanti dal rispetto da parte delle società  di medie dimensioni di taluni obblighi di comunicazione e dal rispetto da parte di talune società  della Comunità  dell'obbligo di redigere conti consolidati, non può essere realizzato in misura sufficiente dagli Stati membri e può dunque, a causa delle dimensioni e degli effetti dell'intervento, essere realizzato meglio a livello comunitario, la Comunità  può intervenire in base al principio di sussidiarietà  sancito dall'articolo 5 del trattato UE.

La direttiva si limita a quanto è necessario per conseguire tale obiettivo in ottemperanza al principio di proporzionalità  enunciato nello stesso articolo.