E’ mai possibile che Windows 7 rischi di essere un flop ancor prima di essere messo in vendita?
Atteso in via ufficiale per Natale 2009, ma secondo le ultime voci già per il prossimo 15 ottobre, a instillare dubbi – non sul prodotto ma sul modello di business – è stata niente meno che Dell, il noto produttore di computer che, per bocca del direttore delle gestione prodotto Darrel Ward, ha sottolineato come il prezzo delle copie OEM di “Seven” distribuite da Microsoft ai costruttori sia molto più elevato di quelle Vista.
Per renderci conto della misura, Ward ha parlato direttamente alle aziende: Windows 7 Professional costerà molto più di Windows Vista Business.
Una tegola in piena crisi economica che potrebbe convincere molti a non effettuare il passaggio a Windows 7. Oppure no?
Il punto è che ancora la leadership di Microsoft è forte e per passare all’open source le aziende sembrano poco mature. Però a anche vero che, nonostante il nuovo sistema operativo piaccia a utenti e imprese – che considerano Window 7 una valida alternativa a Windows XP, i prezzi troppo alti delle licenze potrebbero a sorpresa frenare la migrazione a Windows 7.
Il problema esiste: le aziende dovranno dotarsi di più licenze (se costano di più le licenze OEM costeranno di più anche le licenze per i consumatori finali) per aggiornare il parco macchine, andando così a sborsare cifre non indifferenti che, complice la crisi economica, probabilmente non rientrano nel budget a disposizione.
E allora?
Eppure, nonostante tutto gli analisti (vedi Gartner) continuano ad insistere sul passaggio diretto da XP a Windows 7 e, dal canto loro, a molte aziende fa più paura cercare altro che spendere di più.
Non resta che aspettare i prossimi mesi, quando il rilascio sarà effettivo e le imprese si troveranno dinanzi all’amletica scelta.
Dunque il lancio di Windows 7 rischia di complicarsi, per volontà della stessa casa produttrice (Microsoft) che ancora non sembra pronta a ridurre i costi e per reazione degli stessi produttori (come Dell) che temono le conseguenze dirette di questa politica.
E se davvero la combinazione dei fattori in campo (crisi, sviluppi tecnologici dei competitor, interoperabilità crescente, offerte altenative sempre più competitive…) ci portasse ad assistere ad un boom di sistemi operativi alternativi come Mac Os X e Linux??!!