Competenze IT: errori e orrori

di Ferdinando Cermelli

Pubblicato 4 Febbraio 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

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Se ci guardiamo intorno, ci rendiamo conto che le regole del mercato premiano il “pronto all’uso“. Ma cosa ci cela dietro questa cultura? E, soprattutto, nel mondo dell’Information Technology valgono regole differenti?
Bisogna purtroppo rimarcare come neppure il mondo dell’IT sia uscito indenne dalla martellante propaganda del “piatto pronto”.

In realtà  nessun utente può dirsi utilizzatore cosciente dello strumento che adopera con tanta assiduità , il pc.
Gli aspetti formativi del mondo informatico sono sistematicamente trascurati, e questo per rispondere a esigenze di un mercato che si esprime con la solita già  citata regola del “tutto e subito”. Basta vedere quanto siano limitati i corsi di base nell’offerta professionale o post-diploma: si da per scontato che le basi siano già  state acquisite, forse per imposizione delle mani o per “scienza infusa”.

Importanti centri di formazione si focalizzano su strumenti “avanzati” trascurando le basi, considerata la minore domanda di mercato. E così si innesca un circolo vizioso.

Si vuole imparare a realizzare una presentazione senza disporre di nozioni di comunicazione e grafica; si scrivono documenti senza le minime nozioni di fondo su impaginazione ed espressione.
Né si insegna a organizzare le informazioni sul proprio sistema con un sistema di archiviazione efficace, anche perché i più non hanno che un’idea approssimativa di cosa sia un disco fisso.

Non stiamo parlando di IT o alta tecnologia, ma del quotidiano utilizzo dello strumento, anche in ufficio.

Perché non si sente la necessità  – e parlo a livello strettamente aziendale e formativo – di insegnare a gestire dati e informazioni? Perché non si promuove un corso per strutturare e organizzare i dati in un PC? Perché non si cerca di dare un’idea anche generale di sistema operativo e rete, di sistemi di sicurezza non siano i soliti virus?

Cosa rende tutti così ottusi da credere che sia possibile costruire una conoscenza senza delle basi solide? Lo si vede nella maggior parte degli uffici gettando lo sguardo su un qualunque desktop.

Mi è capitato di tenere dei corsi avanzati sull’utilizzo di fogli di calcolo a persone che vantavano cinque o sei anni di esperienza nel ruolo e che dopo un quarto d’ora ammettevano che la propria competenza costruita senza supporto esterno, necessitava di un reset completo, ovvero di ripartire da capo.

Insomma, perché sono tutti convinti di poter costruire sul nulla una conoscenza?